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Vicenda "Centro cuore", le Fiamme gialle ai "Riuniti"

REGGIO CALABRIA Chi li ha visti, giura che tutto è stato fatto con discrezione. Ma almeno due scatoloni pieni di delibere, autorizzazioni e soprattutto copie di fatture sono oggi al vaglio degli uomi…

Pubblicato il: 17/02/2014 – 18:24
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Vicenda "Centro cuore", le Fiamme gialle ai "Riuniti"

REGGIO CALABRIA Chi li ha visti, giura che tutto è stato fatto con discrezione. Ma almeno due scatoloni pieni di delibere, autorizzazioni e soprattutto copie di fatture sono oggi al vaglio degli uomini della guardia di finanza, che si sono presentati ai “Riuniti” per prendere tutte le carte relative all’ormai tristemente famoso “Centro cuore”, il reparto d’avanguardia consegnato alla direzione dell’ospedale il 22 dicembre 2012, ma mai messo in funzione. E adesso le Fiamme gialle vogliono capire perché. Ma soprattutto com’è possibile che un reparto chiuso e non operativo costi alle casse dell’Asl centomila euro al mese di leasing per macchinari che nessuno utilizza. Uno scandalo da tempo al centro delle cronache, come delle interrogazioni che periodicamente vengono presentate in consiglio regionale e in commissione sanità, ma che non ha ancora trovato soluzione.
L’ultima volta che l’attuale direttore generale del nosocomio, Carmelo Bellinvia, ha affrontato l’argomento, nel corso di una conferenza stampa congiunta insieme al governatore e commissario ad acta alla Sanità, Giuseppe Scopelliti, aveva annunciato: «Le assunzioni sono impensabili ma l`unico modo per fare funzionare l`attività subito è quello di darla in gestione, con un numero di anni certi e un`attività certa». Un’apertura alla gestione privata – con modalità tutte da definire – ma per la quale – era stato annunciato all’epoca – sarebbe stata pubblicata a breve una manifestazione di interesse. Da allora sono passati circa sei mesi, ma quel reparto d’avanguardia – nei progetti, destinato a servire l’immenso bacino del Reggino – è rimasto chiuso. E adesso, forse, saranno gli uomini della Finanza a scoprire perché o per colpa di chi.
Voluto nel 2005 dalla giunta Loiero, il reparto è la terza cardiochirurgia della regione, la seconda interamente pubblica se si esclude una nota clinica di Catanzaro, privata ma convenzionata con la Regione Calabria. Costato quasi 13 milioni di euro, il centro cuore ha tre sale operatorie di cui una ibrida – cioè dotata di un macchinario per imaging cardiovascolare ed interventistico che consente al chirurgo un approccio mini-invasivo e estremamente preciso – nonché quattro postazioni di anestesia/risveglio, una terapia intensiva cardiologica con nove posti, mentre una stanza è stata predisposta perché in futuro possa essere utilizzata per l’espianto di organi. Più ampia e organizzata secondo i criteri più moderni, la zona della degenza, in grado di ospitare fino a dieci pazienti.
Ma queste non sono che alcune delle dotazioni di un reparto costruito all’insegna della tecnologia medica più avanzata, ma che rischia di diventare obsoleto in attesa di essere messo in funzione. Eppure, potrebbe fare tanto, soprattutto per i tanti calabresi che ingrossano le statistiche dell’emigrazione sanitaria. Stando alle stime più prudenti, il reparto sarebbe in grado di effettuare  tra i 1200-1400 interventi cardiaci ogni anno. Interventi che oggi i pazienti sono – nella maggior parte dei casi – obbligati a fare fuori regione. (0090)

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