Lombardia «colonizzata» dalle `ndrine, a Milano è emergenza criminale
MILANO La «presenza e l`operatività della `ndrangheta continua a rappresentare una delle principali emergenze criminali» a Milano e «nel territorio lombardo è avvenuta una vera e propria `colonizzazi…

MILANO La «presenza e l`operatività della `ndrangheta continua a rappresentare una delle principali emergenze criminali» a Milano e «nel territorio lombardo è avvenuta una vera e propria `colonizzazione` da parte della criminalità organizzata di tipo calabrese nel tessuto socio-politico-economico della regione». Lo scrive la Direzione nazionale antimafia nella sua relazione annuale relativa al periodo luglio 2012-giugno 2013.
In una ventina di pagine, dedicate in particolare al “distretto di Milano“, la Dna elenca le operazioni, le inchieste e i processi più importanti che si sono svolti nel capoluogo lombardo negli ultimi anni, tra cui il procedimento `Infinito-Tenacia` che si è concluso con 110 condanne per presunti boss e affiliati alle `ndrine radicate in Lombardia, e l`arresto per voto di scambio dell`allora assessore regionale lombardo Domenico Zambetti.
«Pare ormai attestato – scrive la Dna – che in Lombardia sia esistita una sorta di struttura di coordinamento denominata `Lombardia`, al cui interno sono rappresentate tutte le `locali` presenti in regione». In Lombardia, si legge ancora nella relazione, il «capitale sociale» mafioso è «quel bagaglio di relazioni» che i presunti affiliati intrattengono «con il mondo politico, imprenditoriale, giudiziario, delle libere professioni», ossia la cosiddetta «zona grigia». La Dna, infatti, sempre sulla base delle ultime inchieste e dei processi, parla di una «vocazione imprenditoriale della criminalità organizzata sul territorio che ha privilegiato, invece di forme eclatanti di violenza, forme di accordo e collaborazione con settori della politica, dell`imprenditoria e della pubblica amministrazione». Alcuni rappresentanti «delle istituzioni, professionisti, imprenditori» con le «loro condotte» si sono «situati – chiarisce la Dna – in una zona di confine rispetto» alla `ndrangheta.
Nella parte della relazione relativa a Milano, il sostituto procuratore della Dna Flippo Spiezia descrive un territorio a «forte presenza di strutture `ndranghetiste»: sono emersi, tra le altre cose, «più di 130 incendi dolosi, per lo più ai danni di strutture imprenditoriali, e altri 70 episodi intimidatori di diversa natura». E poi, tra il 2012 e il 2013, «si segnala un lieve aumento» del numero di procedimenti per reati di criminalità organizzata.
Tra le molte indagini e processi di cui si dà conto nella relazione c`è anche un`inchiesta della Dda di Milano nella quale sono emerse «infiltrazioni» della `ndrangheta «nell`attività dell`Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano, con precipuo riferimento all`aggiudicazione di appalti». Un`indagine da cui è poi nata anche un`inchiesta per corruzione e turbativa d`asta (ma non per associazione mafiosa) relativa a presunte tangenti nella sanità lombarda che ha portato in carcere, tra gli altri, l`ex consigliere regionale lombardo Massimo Guarischi.
Nella relazione, infine, viene spiegato come le misure di prevenzione, tra cui la sorveglianza speciale, a Milano siano «un importante strumento per colpire l`area grigia contigua» alle cosche, in tutti i casi in cui non è possibile contestare il concorso esterno in associazione mafiosa.