Il ministro Bray merita la riconferma
Abbiamo sempre creduto sulla necessità di investire nella cultura per rilanciare il nostro Paese. Abbiamo sempre creduto necessario dare una risposta chiara e mirata puntando sulla cultura per affro…

Abbiamo sempre creduto sulla necessità di investire nella cultura per rilanciare il nostro Paese. Abbiamo sempre creduto necessario dare una risposta chiara e mirata puntando sulla cultura per affrontare una crisi finanziaria che colpisce l’intera Europa ma che al Sud Italia provoca un maggiore malessere causato anche da anni di mal governo dei vari gruppi dirigenti locali che hanno pensato poco ad un rilancio serio del Mezzogiorno e più alla costruzione di piccoli potentati, poi dissolti dall’anti politica ma anche da un assenza di risposte ai problemi che i cittadini hanno riscontrato.
Riteniamo in modo evidente che in Italia ci sia bisogno di una svolta radicale nei modi ma anche nei contenuti ed emerge chiara l’esigenza di un cambio di passo che ci metta realmente al pari delle altre realtà Europee.
La sfida di governo posta dal Partito democratico è certamente rischiosa ma forse inevitabile visto che nei fatti, una svolta tangibile con il governo Letta non c’e’ stata.
Alla disputa sui nomi è necessario aprire una disputa sulle cose da fare per ridare dignità al nostro paese e rilanciarlo in primis agli occhi dei cittadini e poi agli occhi dell’Europa specie in una fase delicatissima come quella che l’Italia vivrà durante il semestre europeo dove l’agenda politica verrà scadenzata dal nostro paese.
La partita che si andrà a giocare riguarda il futuro di tutti noi e la credibilità che va riacquisita. Per un riscatto sociale ed etico serve partire dal Sud Italia e dai piccoli comuni, spesso dimenticati da una politica autoreferenziale.
Per cambiare realmente pagina serve intervenire sul sistema del sapere e della cultura ed il lavoro di Bray a differenza di tanti altri sui colleghi di governo per quanto attiene l’attenzione verso il Sud Italia non è stato solo virtuale.
La presenza del ministro a Reggio Calabria che seguiva con meticolosa precisione le operazioni di ricollocazione dei Bronzi di Riace nel museo della Magna Grecia come simbolo del coraggio e della volontà di veicolare un messaggio di svolta per le politiche culturali in Italia partendo dal Mediterraneo sono il segno di un impegno che non va disperso.
Una svolta dove i fondi strutturali europei vengono utilizzati e non dispersi e dove le competenze superano le resistenze.
Non ci è mai piaciuta una disputa sui nomi ma è evidente che riteniamo doveroso che il segretario del Partito democratico vista l’investitura ricevuta alle primarie faccia si che il suo lavoro e la sua idea di cultura che guardi all’Europa senza dimenticare il mezzogiorno del nostro paese non venga dissolta nel nulla.
In un clima sempre più dilagante di antipolitica e di distacco tra le istituzioni e la popolazione serve ripensare ad un idea di paese che parta da una proposta culturale che risollevi lo spirito disperso e ci consenta di riacquistare fiducia nel nostro futuro.
*Segreteria nazionale Giovani democratici