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I vini di Euvite nei calici dei sommelier veronesi

Wine tasting di vini frutto di un legame indissolubile con un territorio che spazia dalla Piana di Sibari all’estrema punta dello Stivale, in condizioni pedoclimatiche irripetibili. È la nuova inizia…

Pubblicato il: 25/02/2014 – 12:55
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I vini di Euvite nei calici dei sommelier veronesi

Wine tasting di vini frutto di un legame indissolubile con un territorio che spazia dalla Piana di Sibari all’estrema punta dello Stivale, in condizioni pedoclimatiche irripetibili. È la nuova iniziativa organizzata da Ais Verona in collaborazione con L’Informatore Agrario a Dossobuono di Villafranca (Verona) sull’onda del crescente interesse che stanno registrando i vini da vitigni autoctoni calabresi. In degustazione giovedì 27 febbraio  per un pubblico di professionisti e appassionati i vini di EuVite, associazione che lega i cinque produttori Librandi, Malaspina, Poderi Marini, Serracavallo e Statti a un progetto di valorizzazione per rilanciare vitigni presenti da secoli in Calabria, recentemente recuperati attraverso studi di importanti istituti di ricerca. Una opportunità di primo piano per conoscere, sia attraverso l’assaggio, sia attraverso il racconto di tecnici ed esperti, rinomati rossi ottenuti da Gaglioppo e Magliocco e bianchi da Mantonico, comprendendone le peculiarità e le opportunità di abbinamento a tavola.
L’associazione EuVite, costituitasi nel 2008, rappresenta la vitivinicoltura che nasce da uve e da un territorio del tutto originale, promossa da un nucleo di aziende di diverse dimensioni, collocate in aree differenti: Librandi di Cirò (Crotone), Malaspina di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), Poderi Marini di San Demetrio Corone (Cosenza), Serracavallo di Bisignano (Cosenza) e Statti di Lamezia Terme (Catanzaro). Il progetto è in perfetta sintonia con l’opera di recupero dei vitigni autoctoni e di riqualificazione della viticoltura, valorizzando le caratteristiche specifiche dell’ambiente calabrese, progetto stimolato dalla Regione Calabria dagli Anni Novanta per contrastare gli effetti di una produzione di massa che aveva progressivamente incentivato l’abbandono di vitigni storici a favore di quelli internazionali. (0070)

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