Regione, il rimpasto è (forse) più vicino
REGGIO CALABRIA Andare avanti, ancora insieme. Dopo quattro ore di confronto serrato, Ncd e Forza Italiatrovano la quadra e decidono di far proseguire la legislatura senza ulteriori strappi. E, sopra…

REGGIO CALABRIA Andare avanti, ancora insieme. Dopo quattro ore di confronto serrato, Ncd e Forza Italiatrovano la quadra e decidono di far proseguire la legislatura senza ulteriori strappi. E, soprattutto – anche se la cautela è d’obbligo – senza rimpasti in giunta. Alla fine i forzisti di Santelli e Morrone tengono fede ai propositi di non chiedere poltrone a Scopelliti. Ma il colpo di scena è un altro: il governatore avrebbe sedato sul nascere l’”insurrezione” degli alleati minacciando le sue dimissioni. Una risoluzione che non ha lasciato margini di manovra ai riottosi compagni di coalizione, che hanno infine virato verso posizioni più concilianti. Anche perché gli azzurri si sono ritrovati in minoranza, dato che l’iniziale incontro bilaterale si è trasformato in un’interpartitica alla quale hanno partecipato Udc, Lista Scopelliti presidente e Insieme per la Calabria. Un agglomerato di forze che ha, in sostanza, ribadito la leadership del governatore, annacquando ulteriormente la capacità di incidere di Forza Italia.
Non che per Scopelliti siano state ore facili. Sembra che il governatore sia rimasto molto spiazzato nel momento in cui Forza Italia, per bocca della coordinatrice regionale Jole Santelli, ha avanzato le sue richieste: snellire la giunta, ritenere conclusa l’esperienza nell’esecutivo di alcuni assessori che hanno lavorato male, ma senza sostituirli con qualcun altro. «Non siamo alla ricerca di poltrone o strapuntini». Questo il leit motiv della delegazione azzurra, che ha messo sul piatto tutte le questioni politiche che si trascinano ormai da molto tempo e poi confluite nel documento congiunto diramato al termine dell’incontro.
Non a caso in quel testo si parla di rifiuti ed emergenza ambientale (leggi Franco Pugliano), di edilizia sociale e di cittadella regionale (Lavori pubblici, ovvero Pino Gentile), nonché naturalmente di sanità, che è una delle tante pesantissime materie rimaste, in ragione del commissariamento, nelle mani del presidente della Regione.
In tal senso, è stata manifestata da Forza Italia l’esigenza di un “riequilibrio” delle forze in campo. Espressione non casuale, perché a muovere gli equilibri, in fisica come nella politica, è il “peso”: in questo caso il peso specifico delle deleghe di giunta da affidare – ad avviso di FI – in ragione della consistenza numerica dei partiti di maggioranza.
Il «cambio di passo» auspicato da Forza Italia non ha risparmiato nemmeno i vertici dell’amministrazione regionale, laddove è stato chiesto di «verificare l’attività dei singoli settori regionali e sub-regionali, valorizzando le professionalità più adatte». Insomma, qualche direttore generale rischia di perdere il lavoro, sacrificato sull’altare di una ritrovata armonia nel centrodestra.
Si prosegue dunque allo stesso modo, ma con una squadra di governo più “leggera”.
I berluscones sono riusciti a strappare altre promesse al governatore: sanità, ambiente, ma anche una maggiore “armonizzazione”, un maggiore coinvolgimento degli alleati in una visione di governo più collegiale. Ritrovata la perduta unione, Ndc e Fi hanno poi stilato un cronoprogramma che prevede l’approvazione della legge sui rifiuti, con la revisione del relativo piano regionale, la prosecuzione del cammino intrapreso in campo sanitario («che comporterà minori tassazioni per i cittadini»), l’avvio della realizzazione di quattro nuovi ospedali e il varo di una nuova governance sanitaria. Tra i punti dirimenti anche il completamento della Cittadella di Catanzaro, la sicurezza sismica degli edifici, il rilancio dei trasporti.
Il centrodestra va avanti, destinazione 2015. Anche se con equlibri di forza diversi. (0030)