«Città sotto scacco, affrontare subito la questione sicurezza»
REGGIO CALABRIA «È una situazione completamente fuori controllo quella esistente a Reggio Calabria dove ormai quotidianamente si registrano atti intimidatori e di violenza inaudita nei confronti di c…

REGGIO CALABRIA «È una situazione completamente fuori controllo quella esistente a Reggio Calabria dove ormai quotidianamente si registrano atti intimidatori e di violenza inaudita nei confronti di cittadini, imprese, amministratori, rappresentanti delle istituzioni». È quanto afferma Confindustria Reggio Calabria, in relazione agli ultimi episodi che hanno scosso la città. Fatti di cronaca che, secondo Via del Torrione, impongono una «presa di posizione unitaria da parte del mondo delle associazioni di categoria, che devono farsi promotrici di una grande ed efficace iniziativa sul fronte della legalità».
«Reggio sembra letteralmente sotto scacco – prosegue l’associazione degli industriali – vittima di un disegno criminoso che sta generando nuovamente un clima di tensione e di paura diffusa. In questo contesto segnato da incertezza e instabilità, appare quanto mai urgente porre come priorità assoluta, da affrontare in modo diretto e con azioni concrete, la questione sicurezza. La giornata di ieri ha segnato uno dei momenti più bui della storia recente della città. L’ordigno fatto esplodere in un esercizio commerciale, peraltro a due passi da piazza Italia e dal cuore del sistema istituzionale cittadino – sottolinea Confindustria Reggio – lascia tutti sgomenti non solo perché costituisce l’ennesimo colpo inferto a un tessuto economico già sull’orlo del collasso. A destare profonda inquietudine, infatti, sono anche le modalità utilizzate per compiere questi atti criminali. Dobbiamo solo al caso se oggi non ci ritroviamo a fare i conti con un bilancio ancora più grave, dal momento che la bomba è esplosa in pieno centro e in un orario in cui le vie della città, almeno fino a qualche tempo fa, erano ancora molto frequentate. Tutto questo – conclude la nota –, se unito al clima di intimidazione e ad altri gravi fatti di sangue avvenuti nelle ultime ore, non fa che rafforzare il quadro allarmante che Confindustria Reggio da tempo sta segnalando e che gli organi preposti non possono davvero più ignorare».
Alla nota degli industriali fa eco quella di Lucio Dattola, presidente della Camera di Commercio reggina. «La situazione dell’ordine pubblico, nella nostra città ed in tutta la provincia, comincia ad assumere il carattere della drammaticità, generando allarme sociale e senso di sbigottimento e paura nella cittadinanza.
Si è riaperta la stagione degli omicidi, delle bombe e degli attentati intimidatori, che già negli anni ‘90 aveva connotato forse il periodo storico peggiore della nostra comunità», scrive Dattola. «Le imprese reggine – aggiunge –, già in grossa difficoltà per l’immane carico fiscale al quale vengono sottoposte e per gli effetti di una crisi economica dirompente che situa ormai la nostra provincia agli ultimi posti della classifica economica del nostro Paese, si trovano a dover affrontare un nemico in più: l’arroganza e la violenza di una ‘ndrangheta sempre più spavalda e sempre più presente nel nostro territorio, che non teme di piazzare esplosivo, compiere omicidi ed attentati anche nel pieno centro cittadino ed alle prime ore della sera».
Di qui la richiesta al prefetto, alla magistratura e alle forze dell’ordine di «un impegno, se possibile, ancor maggiore nella prevenzione e nella individuazione dei responsabili, ma chiediamo anche e soprattutto alle aziende, agli imprenditori ed a tutti coloro che subiscono intimidazioni o minacce di abbandonare definitivamente paure e reticenze e rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine e alla magistratura. Il tempo dei silenzi, delle collusioni e delle connivenze di qualsiasi natura è ormai finito. Siamo ad un passo dal disastro sociale: povertà estrema, territorio abbandonato, giovani in fuga, criminalità sempre più avida e spietata. Questo è il quadro attuale della situazione che stiamo vivendo. Crediamo sia giunto il momento che la nostra comunità si stringa e si raccolga intorno ai valori certi: le istituzioni, la Chiesa, il volontariato, la buona politica. Solo così – conclude Dattola – una comunità umana messa sotto assedio può ritrovare i motivi del proprio riscatto». (0070)