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LUCE SU VIBO | Nel mirino della Dda l`ufficio passaporti della Questura

Fa registrare nuovi sviluppi l`inchiesta “Purgatorio” che ha portato in carcere gli ex vertici della Squadra Mobile di Vibo Valentia, Maurizio Lento ed Emanuele Rodonò, e l`avvocato Antonio Galati. L…

Pubblicato il: 04/03/2014 – 16:30
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LUCE SU VIBO | Nel mirino della Dda l`ufficio passaporti della Questura

Fa registrare nuovi sviluppi l`inchiesta “Purgatorio” che ha portato in carcere gli ex vertici della Squadra Mobile di Vibo Valentia, Maurizio Lento ed Emanuele Rodonò, e l`avvocato Antonio Galati. La Dda di Catanzaro ha infatti aperto un ulteriore filone di indagine che interessa questa volta l`ufficio passaporti della Questura di Vibo Valentia. Omissione di atti d`ufficio il reato per il quale si sta procedendo a seguito della mancata trasmissione all`autorità giudiziaria da parte della Questura delle dichiarazioni false rese da Salvatore Mancuso, dell`omonimo clan di Limbadi, nella richiesta per il rilascio del passaporto. Mancuso, nella domanda, contrariamente al vero, avrebbe attestato di non avere precedenti penali. Tale attestazione sarebbe stata comunicata dall`avvocato Galati al legale di Mancuso al fine di far ritirare al suo cliente la domanda per il passaporto ed evitare così la denuncia per falso. Sull`episodio il gip rimarca che emergono «chiare e ulteriori responsabilità di appartenenti all`ufficio passaporti della Questura di Vibo» in quanto l`avvocato Galati non era il legale di Salvatore Mancuso, mentre le dichiarazioni del poliziotto che ha istruito la pratica vengono definite dal giudice «reticenti e non credibili». Inoltre per il gip «è evidente come non trasmettere all`autorità giudiziaria la segnalazione del reato di falso, già commesso da Mancuso, integri il grave delitto di omissione di atti d`ufficio».

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