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Nel Pd sarà ancora guerra fredda

LAMEZIA TERME L`ultima offerta di pacificazione pare sia stata formulata nei giorni scorsi direttamente da Ernesto Magorno. La risposta? Negativa. Dunque, a meno di clamorosi colpi di scena, i cuperl…

Pubblicato il: 08/03/2014 – 16:23
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Nel Pd sarà ancora guerra fredda

LAMEZIA TERME L`ultima offerta di pacificazione pare sia stata formulata nei giorni scorsi direttamente da Ernesto Magorno. La risposta? Negativa. Dunque, a meno di clamorosi colpi di scena, i cuperliani guidati da Massimo Canale non entreranno nella nuova segreteria del Pd calabrese. Magorno ha esperito tutti i suoi tentativi ma alla fine ha dovuto prendere atto che in questo momento non è possibile superare il clima di contrapposizione frontale che ha caratterizzato la fase congressuale.
Mirava, il nuovo segretario, ad aprire una breccia nel fronte Canale, coinvolgendo nella squadra (nella quale dovrebbero entrare molte nuove leve) che lo affiancherà nel governo del partito quello che è stato il suo principale avversario alle ultime primarie. Niente da fare, invece. E adesso l`ex candidato a sindaco di Reggio Calabria è pronto a intestarsi la minoranza interna e ad incalzare il segretario su una «serie di contraddizioni» che starebbero emergendo già da dopo queste prime settimane di gestione del partito.
Senza un accordo domenica ci si confronterà anche per quanto riguarda l`elezione del tesoriere, della commissione di garanzia e soprattutto per la nomina della direzione regionale del partito. L`organismo verrà ampliato fino a 100 componenti e dovrebbe rispecchiare in pieno i rapporti di forza sanciti dall`ultimo congresso. Per capirci, alla corrente Canale dovrebbero andare poco più di 40 rappresentanti, mentre ai renziani di Magorno toccherà indicare quasi la metà dei nomi. Il resto verrà diviso tra i nomi indicati dagli altri due partecipanti alle primarie: l`indipendente Bruno Villella e il civatiano Mimmo Lo Polito.
L`assemblea di domenica (in programma all`Agroalimentare di Lamezia Terme) dovrebbe servire pure per definire una linea univoca in vista dei prossimi decisivi passaggi che attendono il Pd. Diversi tra i consiglieri regionali non hanno gradito le fughe in avanti del segretario. E uno di loro, a registratori off the record, spiega che «altri incidenti di percorso» non sono più ammessi. Il riferimento è alla richiesta di dimissioni (mai formalmente presentate ma soltanto consegnate nelle mani del capogruppo Sandro Principe) dei consiglieri regionali formulata da Magorno nell`immediatezza della sua elezione a segretario. Anche perché il rischio di brutte sorprese è dietro l`angolo.
Lo Statuto del partito prevede che il segretario possa essere sfiduciato da un voto a maggioranza assoluta dei componenti (300) dell`assemblea regionale. E Magorno è stato eletto con appena 6 voti rispetto a tale soglia. Chiaramente l`ipotesi non è all`ordine del giorno, ma nel Pd calabrese non sono mai esistite certezze assolute.

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