MODELLO CATANZARO | Una montagna di nefandezze
Dobbiamo delle scuse ai protagonisti di “Catanzaropoli”, a cominciare dall’assessore Tallini per proseguire con un pattuglione di amministratori comunali, vigili urbani infedeli, dipendenti corrotti…

Dobbiamo delle scuse ai protagonisti di “Catanzaropoli”, a cominciare dall’assessore Tallini per proseguire con un pattuglione di amministratori comunali, vigili urbani infedeli, dipendenti corrotti e galoppini insaziabili. Abbiamo evidentemente dato la sensazione che tutto il problema stava in un bel poco di multe tolte, in qualche “passi” regalato, in alcuni favorucci per pratiche da sbrigare. Insomma “banale” clientela politica e la solita “arroganza” di chi viene eletto dal popolo ma poi si scorda del “popolo” e si sente solo “eletto”.
Non è così, è assai peggio. Il problema è che quando ti trovi davanti una montagna di cacca da spalare, da qualche parte devi pure iniziare e noi abbiamo iniziato dalla meno puzzolente. Ma se l’entità del fenomeno può essere ignota ai nostri lettori altrettanto non può dirsi per i protagonisti: loro non hanno bisogno di noi per sapere cosa hanno combinato. Semmai possono sperare di capire quante delle loro malefatte sono state fin qui scoperte dalla magistratura inquirente. Quindi non facciamo le verginelle e non personalizziamo i problemi: Mazzuca e il Corriere della Calabria non fanno altro che riferire quel che esce dalle indagini: “informano”, contando su una tipografia che non si guasta, una redazione che non tentenna ed un editore che non bussa alle porte di Palazzo Alemanni per vendere salsicce o giornali o quello che capita.
Andiamo al sodo: le multe sono l’ultima, ancorché gravissima, illegalità perpetrata da pezzi importanti della pubblica amministrazione catanzarese. C’è di più e c’è di peggio ed il tutto è raccontato dalla viva voce di protagonisti di primo piano come gli assessori comunali Lomonaco e Lo Giudice, il potente capo dell’ “area tecnica” Pino Cardamone, l’inossidabile maggiore dei vigili urbani Tarantino e via dicendo con un lunghissimo elenco che raccoglie di tutto: architetti, capielettori, uomini designati dal Comune nella Sacal, consiglieri regionali che si occupano di mense scolastiche, giornalisti disponibili. Insomma non manca nulla, neanche due operatrici di quel che romanticamente ancora viene indicato come il “mestiere più vecchio del mondo”.
Niente nervosismi e niente strepiti, allora. Qui non ci sono giornalisti male informati e neanche moralisti in cerca di gloria. C’è una montagna di nefandezze e c’è il dovere di raccontarle.
Un consiglio agli interessati: nelle prossime ore trovatevi un buon avvocato e poi fate quel che ha fatto il manager Floriani, il marito della Mussolini. Appena ha saputo che la polizia aveva i tabulati e le intercettazioni dei telefonini delle baby squillo, non ha perso tempo a spiegare quel che spiegabile non è, è andato direttamente dai carabinieri e ha detto tutto, magari tentando di alleggerire la sua posizione ma evitando di gridare al complotto. (0080)