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Le cene luculliane di Talarico che riducono il ristoratore sul lastrico

LAMEZIA TERME «Il mancato pagamento, che costituisce condotta grave per ogni comune cittadino, lo è ancora di più perché il debitore è uomo politico e pubblico che da molti anni siede su scranni di g…

Pubblicato il: 18/03/2014 – 20:17
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Le cene luculliane di Talarico che riducono il ristoratore sul lastrico

LAMEZIA TERME «Il mancato pagamento, che costituisce condotta grave per ogni comune cittadino, lo è ancora di più perché il debitore è uomo politico e pubblico che da molti anni siede su scranni di grande rilievo», recita il ricorso per decreto ingiuntivo. Banchetti luculliani (l`ultimo il 21 febbraio 2013) e per di più senza pagare: è così che il presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico (Udc), gravato di un debito di più di 128euro, deve fra fronte ad un decreto ingiuntivo di 52.700 euro (la somma delle cene del 10 e 21 febbraio 2013) piovuto dal tribunale lametino. Dopo lo scandalo dei rimborsi dei gruppi consiliari, si torna a parlare di Calabria e spese folli degli alti papaveri della politica. Il Fatto Quotidiano racconta delle cene elettorali organizzate da Talarico in occasione del voto – e, una volta archiviato il voto, per ringraziare del sostegno – per le Regionali del 2010 e per le Politiche del 2012 al ristorante “Samart music café” di Lamezia Terme. Veri e propri eventi con la partecipazione di invitati come il leader nazionale dei centristi, Lorenzo Cesa, e del governatore Giuseppe Scopelliti.
Ai tempi dei rimborsi ai consiglieri regionali, era stato proprio Talarico a dichiarare al Fatto: «I responsabili dovranno pagare. Non posso immaginare che un consigliere regionale inserisca un gratta e vinci nella rendicontazione dei gruppi perché altrimenti si tratterebbe di gente incapace»). Adesso è finito lui nell`occhio del ciclone: ha 40 giorni per opporsi e scongiurare l’esecuzione forzata attraverso un pignoramento spiega la testata online diretta da Peter Gomez. La metà del debito accumulato da Talarico, fa sapere Francesco Pitaro avvocato del ristoratore Salvatore Mazzei, sarebbe riconducibile a una sola cena: il 20 febbraio 2010, con circa duemila invitati. A fine 2013, invece, lo stesso Cesa sarebbe stato tra gli ospiti (1600) per i quali la massima carica della massima assemblea elettiva della Regione avrebbe speso 48mila euro – per pagarne appena 2800. Dalla lunghissima lista di invitati, in caso di processo, si potranno chiamare dei testimoni a deporre contro Talarico.
«A causa dei reiterati omessi pagamenti da parte del Talarico – si legge ancora nel ricorso per decreto ingiuntivo firmato dal`avvocato Pitaro – il creditore si trova, ad oggi, in una situazione economica non florida con la conseguenza che il mancato tempestivo pagamento determinerà un grave pregiudizio per il ricorrente sottoponendolo non solo ad atti esecutivi ma anche al fallimento della propria attività». Mazzei ha anche dovuto accendere un finanziamento di 90mila euro per fronteggiare la situazione di affanno. (0070)

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