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CASO GENTILE | Il "gioiellino" si è rotto

Non è la prima volta che i reportage di Sandro Ruotolo sconvolgono la Calabria. C`è poco da stupirsi, conseguentemente, se anche in questa occasione andrà così. Servizio Pubblico, la trasmissione di…

Pubblicato il: 20/03/2014 – 19:20
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CASO GENTILE | Il "gioiellino" si è rotto

Non è la prima volta che i reportage di Sandro Ruotolo sconvolgono la Calabria. C`è poco da stupirsi, conseguentemente, se anche in questa occasione andrà così. Servizio Pubblico, la trasmissione di Michele Santoro, ha deciso di accendere i riflettori sul verminaio di Cosenza e per questo spedisce giù il meglio dei suoi cronisti. Del “caso Gentile” hanno detto e scritto in tanti, diverse trasmissioni televisive lo hanno già messo al centro della loro scaletta, insomma dovrebbe essere difficile tirarne fuori ancora qualcosa. E invece gli italiani “scopriranno” che anche questa volta il meglio della faccenda era rimasto inesplorato.
Sandro Ruotolo e Dina Lauricella si spingeranno dove gli altri si sono fermati perché capiscono che il “gioiellino” che tanti affari aveva procurato a tante “famiglie” cosentine si è rotto. È scoppiato non perché la magistratura ha disvelato l`arcano e men che meno perché la politica ha fatto pulizia al suo interno. È saltato per implosione, come saltano tutti i più collaudati sistemi di potere. È saltato perché alcuni “soci” hanno visto crescere fortune e carriere e altri sono stati “mollati” al loro destino e affidati al braccio secolare di una giustizia  che agisce con logiche “selettive”.
Ruotolo farà in modo che a dispiegare e ricostruire la trama criminale che strozza Cosenza siano gli stessi protagonisti perché arriva al momento giusto, nel posto giusto, per fare le domande giuste. Può farlo perché tutti  sanno che certe verità le si possono raccontare soltanto ai cronisti di razza, che hanno fatto della loro autonomia e della loro indipendenza delle stimmate che anche i peggiori detrattori sono costretti a riconoscere.
Buona visione, allora. Buona visione ai tanti calabresi che ancora non sanno; ai calabresi che ancora fanno finta di non sapere; ai cronisti calabresi che finalmente possono gridare ai loro capi e ai loro editori: «Queste cose potevamo scriverle noi». Buona visione anche a quei cronisti che invece hanno sempre colluso con il potere e coccolato i potenti. Buona visione, sopratutto ad Anna Maria Terremoto e al suo Tg3 Calabria che rimedia un`altra figuraccia e continuerà a riempirci di sagre paesane, mostre e balletti, inaugurazioni e benedizioni papali, senza mai firmare una sola inchiesta sugli scandali di Catanzaro e di Reggio, di Cosenza e di Vibo. Buona visione a quei magistrati che adesso potranno avere le mani più libere per proseguire in indagini delicate che ai capi degli uffici piacciono sempre meno, e buona visione anche a quei magistrati che, invece, certe indagini le evitano, le ostacolano e, se proprio non possono fare altro, le annacquano.
Buona visione a tutti! (0040)

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