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Fi a Berlusconi: candida Galati alle europee

ROMA Oltre tre ore di discussione per studiare la strategia migliore in vista delle europee. Silvio Berlusconi ha ascoltato tutti con grande pazienza, ha annotato i suggerimenti (come quello di dare…

Pubblicato il: 21/03/2014 – 7:12
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Fi a Berlusconi: candida Galati alle europee

ROMA Oltre tre ore di discussione per studiare la strategia migliore in vista delle europee. Silvio Berlusconi ha ascoltato tutti con grande pazienza, ha annotato i suggerimenti (come quello di dare il suo assenso alla candidatura del deputato Pino Galati) e si è preso qualche giorno di tempo prima di comunicare le sue decisioni. Le renderà note a Jole Santelli (a lei sono arrivati i complimenti del presidente e di Marcello Fiori per l’alto numero di club forzisti che hanno visto la luce in Calabria), la coordinatrice regionale di Forza Italia che ieri pomeriggio ha fatto gli onori di casa a Palazzo Grazioli dove sono confluiti i vertici del partito calabrese. Dai fratelli Mario e Roberto Occhiuto a Giacomo Mancini ed Ennio Morrone, da Nino Foti e Alessandro Nicolò a Roy Biasi e Peppe Raffa. E poi ancora Wanda Ferro, Mimmo Tallini, Maurizio Vento, Luca Mannarino, Salvatore Pacenza, Gesuele Vilasi, Mario Magno, Pasquale Lamboglia, Cataldo Calabretta, Lucio Dattola, Luigi De Rose, Vittorio Caminiti, Giusy Regalino, Francesco Macrì e Giampaolo Latella.
L’impossibilità per Berlusconi di presentare la sua candidatura avrà un effetto che i sondaggi più pessimistici prevedono in un calo di almeno 5 punti percentuali, tanto che diventa essenziale almeno presentare un simbolo che contenga il nome dell’ex premier in posizione ben visibile. Per questo anche nella discussione con i dirigenti calabresi, si è di nuovo affacciata la possibilità che uno dei figli di Berlusconi scenda in campo.
Ma è sulla necessità di «mettere in campo un candidato calabrese» che hanno insistito in particolare Raffa, Nicolò e Morrone. Una personalità radicata sul territorio «in grado – per usare le parole del capogruppo forzista alla Regione – di contrastare la forza di Peppe Scopelliti, che quasi certamente sarà della partita con il Nuovo centrodestra». Il nome giusto sarebbe quello di Galati. Berlusconi sull’uomo non ha nulla da ridire ma deve ancora sciogliere il nodo fondamentale: decidere se concedere il permesso ai parlamentari in carica di candidarsi. L’ex presidente del Consiglio fino a questo momento vorrebbe concedere una deroga solo a Raffaele Fitto (che domani sarà a Feroleto per un convegno sull`Europa assieme a Galati e Capezzone), l’uomo elettoralmente più forte di Forza Italia nel Meridione. Ma è possibile che possa cedere davanti al pressing dei dirigenti calabresi che spingono per la candidatura dell’ex sottosegretario.
C’è poi un dettaglio di non poco conto da considerare in questa delicata vicenda. L’eventuale elezione nel Parlamento europeo di Galati libererebbe una casella alla Camera per il primo dei non eletti Nino Foti. L’operazione consentirebbe di cementare ancora di più il partito in vista degli appuntamenti futuri. Perché, anche se nessuno lo ha detto chiaramente, è sulle regionali che si concentrano le attenzioni maggiori dei colonnelli berlusconiani. Forza Italia vuole riprendere in mano la leadership del centrodestra e anche Berlusconi si è convinto che il partito ha in Calabria «le risorse giuste» per farlo. L’ex premier non ha nemmeno risparmiato qualche frecciata nei confronti dell’attuale governatore Peppe Scopelliti, che è passato con Alfano e soci «dopo aver ricevuto tanto» da questo partito contribuendo a mantenere in vita il governo Letta (prima) e quello Renzi (poi). E frecciate sono arrivate anche dallo stesso Morrone, che avrebbe definito Scopelliti «un imperatore che non accetta consigli». Una metafora colorita che a molti è suonata come un ultimo avviso: o si cambia oppure è finita. E tuttavia il game over potrebbe arrivare molto prima di quanto si possa pensare. Il 27 marzo a Reggio Calabria è prevista la sentenza del “processo Fallara” dove l’attuale presidente della Regione è imputato di abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. In caso di condanna per lui scatterebbe – sarebbero gli effetti della legge Severino – la sospensione dall’incarico.

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