E i guai giudiziari di Scopelliti non finiscono qui
Le visite del governatore Giuseppe Scopelliti alle aule giudiziarie calabresi non finiscono oggi. Lo si attende a Catanzaro, dove deve rispondere dell`accusa di abuso d`ufficio per la nomina a dg del…

Le visite del governatore Giuseppe Scopelliti alle aule giudiziarie calabresi non finiscono oggi. Lo si attende a Catanzaro, dove deve rispondere dell`accusa di abuso d`ufficio per la nomina a dg del dipartimento Controlli di Alessandra Sarlo. Assieme all`assessore Domenico Tallini, stando all`ipotesi accusatoria del pm Gerardo Dominijanni, «al fine di attribuire alla dottoressa Alessandra Sarlo la dirigenza generale del dipartimento Controlli, con delibera 381 dell`11 agosto 2011, alla luce dei curricula depositati, attestavano falsamente che nessuno dei candidati, dirigenti interni alla Regione, possedesse una “esperienza sufficiente in proporzione alla complessità” dell`incarico». Una brutta storia, tenendo conto che Alessandra Sarlo è anche la moglie del giudice Vincenzo Giglio, arrestato nel novembre 2011, nell`ambito dell`inchiesta della Dda di Milano sulle attività in Lombardia della cosca Lampada della `ndrangheta e successivamente condannato a 4 anni e 7 mesi.
Sarà invece il Tribunale di Reggio a stabilire se il governatore Giuseppe Scopelliti ha diffamato o meno l’imprenditore Franco Labate definendolo «balordo». Parole grosse, che al presidente erano scappate nel bel mezzo di un’agitata conferenza stampa del febbraio scorso quando, per fargli saltare i nervi, era bastato un riferimento al fratello Tino, mai indagato, ma indicato nel corso del processo “Meta” come grande mattatore di appalti, lavori e relativi denari e mazzette. Riferimenti che poco erano piaciuti al governatore, che era esploso: «È stata solo la telefonata di un balordo». Affermazioni che il “balordo” in questione – l’imprenditore Franco Labate – non ha per nulla gradito e a cui ha risposto con una sonora querela.
Mentre sarà la Cassazione a decidere se confermare la condanna a sei mesi per abuso d’ufficio rimediata da Scopelliti per la discarica di Longhi Bovetto, una storiaccia di rifiuti troppo vicini a una scuola.
A gennaio è arrivata la seconda sentenza della Corte dei conti per la vicenda Italcitrus. Scopelliti era ancora sindaco di Reggio Calabria, quando fu approvato dall`amministrazione comunale l`acquisto dell`ex fabbrica per la lavorazione degli agrumi, già in rovina all`epoca, ma valutata ben 1 milione e 300mila euro. Lì sarebbe dovuta sorgere la nuova sede Rai ma i lavori non ebbero mai inizio. In questo caso il governatore dovra risarcire 300mila euro. Altrettanto lungo è l`elenco delle indagini che la Procura di Catanzaro ha aperto sulla gestione della Regione negli ultimi anni. Inchieste tuttora in corso che potrebbero portare a un coinvolgimento del presidente. Si va dal caos della Fondazione Campanella al doppio incarico affidato al “fedelissimo” Franco Zoccali dirigente generale del dipartimento Presidenza e segretariato generale della giunta regionale; poi ci sono le nomine dei manager della sanità finite nel mirino dei pm Domenico Guarascio e Gerardo Dominijanni. Infine una buona notizia per il governatore, la Procura ha chiesto l`archiviazione nell`inchiesta sull`accordo siglato con l`Aiop. (0050)