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PROCESSO FALLARA | Facce lunghe tra gli Scopelliti`s

REGGIO CALABRIA Fuori, all’angolo opposto, due ragazzini giocano a palla. Dentro la tensione si taglia a fette. L’aula del Cedir si riempie velocemente, quando il presidente Olga Tarzia entra per leg…

Pubblicato il: 27/03/2014 – 21:06
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PROCESSO FALLARA | Facce lunghe tra gli Scopelliti`s

REGGIO CALABRIA Fuori, all’angolo opposto, due ragazzini giocano a palla. Dentro la tensione si taglia a fette. L’aula del Cedir si riempie velocemente, quando il presidente Olga Tarzia entra per leggere la sentenza è gremita. Scopelliti non c’è. Nessuno fiata: 6 anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici, 120mila euro di provvisionale. I sostenitori del governatore Scopelliti sono sbigottiti. Quando viene comminata la pena, dal fondo si alza un suono acidulo, ma quasi impercettibile. Il sentimento prevalente è lo smarrimento. La Corte rientra e per qualche interminabile minuto gli amici, i fan, i detrattori del presidente della Regione rimangono immobili. «Sarà una pena lieve», diceva qualcuno, «potrebbe essere assolto», ragionava qualcun altro. In pochi si sarebbero aspettati un simile epilogo. Finalmente l’aula inizia a svuotarsi. Gli Scopelliti’s escono tutti insieme, quasi a formare un fiume umano. Bisbigliano, alcuni non hanno capito, oppure sperano di aver sentito male. Il corteo è per lo più silenzioso. Subito fuori si forma un piccolo capannello, parlottano tra di loro i membri della giunta regionale venuti per simboleggiare vicinanza al governatore: il vicepresidente della giunta Antonella Stasi, l’assessore Salerno, Fausto Orsomarso, la consigliere Tilde Minasi accompagnata dal marito, il dg dell’ospedale di Cosenza, Paolo Gangemi. Sembrano increduli. Il più sconsolato è però l’ex senatore Renato Meduri: non parla quasi con nessuno, affonda le mani nelle tasche della giacca e lentamente raggiunge l’uscita. Il consigliere provinciale Michele Marcianò ha l’espressione di chi vorrebbe mangiarsi il mondo. Nemmeno lui esterna alcunché a parole. Franco Zoccali, il dg della presidenza della giunta indagato nell’inchiesta stralcio “Fallara bis”, è accompagnato dalla moglie. Pare il più sereno di tutti, ma nessuno potrebbe dirlo con certezza. Gli occhi dei sodali del governatore vogliono però quasi significare l’ingiustizia della giustizia, la pesantezza eccessiva della pena. La loro presenza non ha scongiurato l’esito peggiore che avrebbero mai potuto immaginare. I cronisti cercano invano dichiarazioni. L’unico che dice qualcosa è Meduri. Gli altri si allontanano più in fretta che possono. Nel piazzale staziona ora anche Candeloro Imbalzano, consigliere regionale e fedelissimo dell’ex sindaco di Reggio. Ecco anche l’assessore Luigi Fedele. Mestizia, profonda mestizia. Escono gli ultimi ritardatari. Il Cedir chiude. All’aperto restano i giornalisti e qualche curioso. Adesso la Calabria volta pagina, da domani inizia un’altra storia. Quei ragazzini, intanto, sono già andati a casa. (0050)

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