PROCESSO FALLARA | La delusione degli avvocati
REGGIO CALABRIA Non commenta il dispositivo che la presidente Olga Tarzia ha appena finito di leggere, ma gli occhi del pm Sara Ombra non riescono a nascondere la soddisfazione per la sentenza con cu…

REGGIO CALABRIA Non commenta il dispositivo che la presidente Olga Tarzia ha appena finito di leggere, ma gli occhi del pm Sara Ombra non riescono a nascondere la soddisfazione per la sentenza con cui il Tribunale, accogliendo l’impostazione della pubblica accusa, ha condannato il governatore Giuseppe Scopelliti per falso in atto pubblico e abuso d’ufficio e i tre revisori dei conti per il falso loro contestato.
Silenzio istituzionale arriva anche dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza, presentatosi in aula accanto al pm, a testimonianza di un’indagine in cui tutta la Procura ha creduto.
Di segno diametralmente opposto sono invece le reazioni dei tanti – per professione o per vocazione – che speravano in un’assoluzione degli imputati.
«Sono deluso, estremamente deluso da questa sentenza che sinceramente non mi aspettavo». Ha lo sguardo sinceramente costernato e parla con voce sommessa l’avvocato Aldo Labate, a pochi minuti dalla lettura della sentenza che ha condannato a sei anni di reclusione – un anno in più di quanto chiesto dal pm Sara Ombra – e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici il governatore. «Aspettiamo di leggere le motivazioni, ma è chiaro che la impugneremo», continua il legale, unico fra gli avvocati del politico a presentarsi in aula per la lettura del dispositivo. E di certo contenti non sembrano essere i legali dei revisori dei conti dell’epoca, Carmelo Stracuzzi, Domenico D`Amico e Ruggero Alessandro De Medici, tutti puniti con 3 anni per falso e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Se il presidente dell’Ordine degli avvocati, Alberto Panuccio, si trincera dietro un formale «le sentenze non si commentano, nel caso si impugnano», gli altri difensori si limitano solo a un secco no comment. Unico a non sottrarsi alle domande è l’avvocato Carmelo Chirico, difensore di De Medici, che a caldo commenta: «È una sentenza che andremo a valutare, una volta depositate le motivazioni. Possiamo anticipare che sarà sicuramente impugnata sia in punto di fatto che in punto di diritto, che non ci lascia per nulla tranquilli, soprattutto rispetto all’ipotesi di un risarcimento che non è né stato quantificato, né è quantificabile allo stato, nonostante ai nostri assistiti sia stata imposta una provvisionale».
Il Tribunale ha infatti condannato tutti gli imputati al risarcimento del danno nei confronti del Comune di Reggio Calabria, il cui valore sarà da stabilire in sede civile, più al risarcimento delle spese legali per tremila euro, nonché al pagamento di una provvisionale pari a 120mila euro per l’ex sindaco Scopelliti e 20mila euro a testa per i revisori dei conti.
Dietro un secco “no comment”, si sono invece trincerati i più o meno noti esponenti del centrodestra locale, prima fra tutti la vicepresidente della Regione, Antonella Stasi, accorsi alla lettura del dispositivo. Facce scure, sguardi accigliati, appena la presidente Tarzia ha concluso la lettura del dispositivo hanno infilato la porta dell’aula 13 per allontanarsi dal Cedir, scortati da membri dell’ufficio stampa regionale che per loro mettevano le mani avanti. «Non parlano, stasera non parlano».
Ma se l’establishment del centrodestra ha fatto in fretta ad allontanarsi dall’aula, nel piazzale erano tanti – riuniti in capannelli – a commentare in maniera più o meno indignata, più o meno interessata la sentenza e soprattutto la sospensione obbligata dalla carica di governatore cui Scopelliti andrà incontro dopo la condanna. L’unico a emanciparsi dal chiacchiericcio per affermare pubblicamente la propria opinione è l’ex senatore Renato Meduri, che afferma: «È una sentenza incredibile. Io ero sicuro dell’assoluzione». (0050)