Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 10:30
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Corsa contro il tempo per evitare il caos

REGGIO CALABRIA Le dimissioni di Scopelliti e della sua giunta gettano le istituzioni calabresi nel caos. A parte il naturale vuoto di potere causato dalla mancanza di vertici regionali democraticame…

Pubblicato il: 29/03/2014 – 6:30
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Corsa contro il tempo per evitare il caos

REGGIO CALABRIA Le dimissioni di Scopelliti e della sua giunta gettano le istituzioni calabresi nel caos. A parte il naturale vuoto di potere causato dalla mancanza di vertici regionali democraticamente eletti, esistono alcuni nodi che la politica non ha ancora sciolto: su tutti, la modifica dello Statuto per la riduzione del numero dei consiglieri regionali e la nuova legge elettorale. Il passo indietro dell`esecutivo adesso complica tutto. La questione più importante è quella relativa alla composizione numerica dell`assemblea. Le dimissioni di Scopelliti di fatto determinano la fine della legislatura. In una parola: gli inquilini di Palazzo Campanella dovranno andare a casa. Ma l`Aula proprio in questi giorni si accingeva a votare una modifica dello Statuto non differibile, in quanto imposta dalla Corte costituzionale: la riduzione dei consiglieri regionali da 50 a 30 componenti. Lo stabilisce la cosiddetta “manovra di Ferragosto”, varata dall`ultimo governo Berlusconi, secondo cui le regioni al di sotto dei due milioni di abitanti, come la Calabria, non possono avere più di 30 rappresentanti. La Calabria non può tornare alle urne per eleggere un Consiglio “incostituzionale”, proprio perché composto da 40 membri (come prevede la Carta regionale attualmente in vigore).
Dunque, la situazione è spinosa. Tutto è ancora in stand by e la confusione regna sovrana anche nei piani alti dell`Astronave, dove si attende l`arrivo di notizie e indicazioni più precise dalla giunta regionale circa l`effettiva decorrenza delle dimissioni. In pratica, nessuno sa ancora come uscire dall`impasse. «È chiaro che tutto dipende da quando le dimissioni della giunta saranno effettive», ragiona uno degli uomini più vicini al presidente del Consiglio Talarico. Se il governatore decidesse di congelare le sue dimissioni fino a dopo l`approvazione delle nuove modifiche, le cose si potrebbero anche sbloccare. Il Consiglio avrebbe così il tempo di cambiare lo Statuto e forse, nella migliore delle ipotesi, di varare una nuova legge elettorale.

IL TEMPO STRINGE
Ma più passano le ore più Scopelliti si espone al rischio di ricevere la notifica della sua sospensione da governatore (come prevede la legge Severino), dovuta alla condanna a 6 anni di reclusione rimediata nel processo Fallara. Una possibilità che, come dimostra la decisione del passo indietro di tutto l`esecutivo, il presidente della Regione non sembra gradire affatto.
In ogni caso anche se la decorrenza delle dimissioni dovesse essere posticipata, salterebbero comunque tutti i piani predisposti dalla forze politiche che da tempo stanno lavorando alle modifiche della Carta regionale. In particolare si dovrebbe dire addio all`introduzione della figura del “consigliere supplente”, che consentirebbe ai non eletti di occupare il posto lasciato libero dal rappresentante chiamato a fare l`assessore regionale. Un`ipotesi che metterebbe fortemente a rischio lo svolgimento dell`azione legislativa nelle commissioni, con le forze di maggioranza che – orfane degli assessori impegnati nelle attività della giunta – non avrebbero più i numeri necessari per approvare i vari provvedimenti. A saltare sarebbe anche la norma secondo cui il numero dei membri esterni non può essere complessivamente superiore al 50% dei componenti della giunta.

LO STATUTO DA CAMBIARE
Sono questi i provvedimenti che il Consiglio si apprestava ad approvare prima del terremoto politico che si è scatenato in seguito alla condanna di Scopelliti. In realtà si sarebbe trattato di una “modifica della modifica” allo Statuto originario. La riduzione a 30 componenti era stata infatti già approvata in prima lettura il 22 aprile scorso. In base ai programmi iniziali, lunedì prossimo avrebbero dovuto essere introdotte le nuove disposizioni per poi approvare il testo definitivo in seconda lettura, con un intervallo di almeno tre mesi. L`accelerazione delle ultime ore consente invece solo di dare il via libera alla seconda lettura della prima modifica. Cioè: riduzione a 30 dei consiglieri regionali senza consigliere supplente e senza il tetto del 50% per gli assessori esterni.
Cosa fare adesso? Come conferma al Corriere della Calabria il costituzionalista Michele Ainis, il Consiglio deve comunque «garantire il principio di continuità» legislativa. Non si possono, per questa via, eludere le disposizioni della Consulta. La riduzione dei membri dell`assemblea deve essere votata in ogni caso, altrimenti si rischia il paradosso: un Consiglio incostituzionale.

GLI SCENARI
Una delle soluzioni potrebbe essere una “moratoria” alle dimissioni di Scopelliti. Oppure Talarico dovrà inventarsi qualcos`altro. Dal momento della notifica delle dimissioni del governatore, il presidente dell`assemblea ha 10 giorni di tempo per convocare il Consiglio e votare la presa d`atto. Da quel momento in poi la legislatura finisce. Ed è allora in questa finestra stretta che si potrebbe indire una seduta in cui approvare in seconda lettura la modifica dello Statuto e rispettare il verdetto della Corte costituzionale. C`è però un problema aggiuntivo. Per cambiare lo Statuto serve il placet dei due terzi dell`assemblea (pari a 34 membri). È quindi chiaro che senza il consenso della minoranza di centrosinistra non si va da nessuna parte.

IL PECCATO ORIGINARIO
La sarabanda costituzional-amministrativa si sarebbe potuta evitare se solo i consiglieri regionali non avessero fatto i “furbetti” in passato. Con la manovra di Ferragosto già in vigore, infatti, Palazzo Campanella – siamo al 20 marzo 2013 – approva in seconda lettura la riduzione dei componenti da 50 a 40, non a 30 come prevedeva la norma di riferimento. Poco dopo (come detto, il 22 aprile successivo), il Consiglio si mette in riga e dà il via libera alla “sforbiciata” in ossequio alla legge. Casualmente il “ravvedimento” avviene lo stesso giorno in cui il governo Letta decide di impugnare il vecchio provvedimento davanti alla Consulta, che poi lo dichiarerà illegittimo.

LA (VECCHIA) LEGGE ELETTORALE
Il tempo adesso è così tiranno che non consente nemmeno la modifica della vecchia legge elettorale. Da settimane erano al vaglio diverse ipotesi, relative alle circoscrizioni (il dubbio riguardava il collegio unico o la riduzione delle circoscrizioni da 5 a 3) e alle preferenze. L`idea prevalente era di garantire la rappresentanza anche ai territori più piccoli come Crotone e Vibo. Ora le cose sono cambiate e sembra sempre più probabile che la Calabria andrà alle urne con l`attuale sistema di voto. Le cinque province calabresi dovranno quindi accontentarsi e spartirsi i 30 posti rimasti su base proporzionale. (0040)

Argomenti
Categorie collegate

x

x