«Altri 15 giorni, poi vado a casa»
«Caro Peppe, devi stare tranquillo perché Ncd è al tuo fianco e non ti lascerà solo». Quando Renato Schifani pronuncia queste parole mancano pochi minuti alle due di notte. Quello dell’ex presidente…

«Caro Peppe, devi stare tranquillo perché Ncd è al tuo fianco e non ti lascerà solo». Quando Renato Schifani pronuncia queste parole mancano pochi minuti alle due di notte. Quello dell’ex presidente del Senato è uno degli ultimi interventi nella scaletta del vertice notturno, iniziato poco prima di mezzanotte e andato avanti per quasi tre ore nella sede romana di Nuovo centrodestra, a due passi dalla centralissima via del Tritone. Non c’è Angelino Alfano, in compenso restano fino alla fine, oltre a Schifani, anche Maurizio Lupi e Gaetano Quagliariello.
Il summit non regala grosse sorprese, nel senso che non viene fatto, almeno esplicitamente, nessun accenno a una candidatura del governatore – reduce dalla pesante condanna subìta nel “processo Fallara” – alle Europee. E d’altronde è difficile immaginare che Ncd possa decidere di inserire in lista un suo esponente di primo piano, forte elettoralmente, ma con un pesante fardello giudiziario sulle spalle. «Il partito – è l’assicurazione del coordinatore nazionale Quagliariello – non dimenticherà il tuo sforzo».
In cosa si tradurrà questo sforzo è ancora presto per dirlo. Certo è che nei prossimi giorni (si parla dell`8 aprile) Ncd promuoverà in Calabria una grossa manifestazione per riaffermare «solidarietà e sostegno» a Scopelliti e per ribadire contrarietà rispetto a una sentenza «che va rispettata ma che riteniamo ingiusta». E sulla stessa linea si è espresso anche Tonino Gentile, che ha aperto la lunga sfilza di interventi. Dietro di lui si sono accodati Gianpaolo Chiappetta – che, ufficialmente, è il candidato calabrese di Ncd per un seggio a Bruxelles – Alberto Sarra, Fausto Orsomarso e Tilde Minasi. Il gruppo regionale, insomma, c’era tutto a eccezione di Salvatore Magarò e Franco Pugliano (gli unici due scopellitiani che non hanno ceduto alle sirene di Ncd). Da tutti è arrivato l’invito a serrare le fila e sostenere Scopelliti «nel momento più delicato della sua vita».
E il governatore? Da lui ci si attendeva qualche parola di chiarezza dopo le dimissioni soltanto annunciate sull`onda emotiva della condanna incassata. Scopelliti ha confermato che non intende fare «passi indietro» rispetto a quanto annunciato urbi et orbi nei giorni scorsi e ha spiegato che se finora non ha protocollato le dimissioni è stato solo per «evitare il caos istituzionale». Il consiglio regionale ha già approvato in prima lettura le modifiche allo Statuto per portare a 30 i componenti dell’assemblea legislativa e deve dare il via libera all`assestamento di bilancio, passaggio necessario per assicurare il pagamento degli stipendi ai dipendenti della Regione. E tuttavia ciò non basta per scongiurare il pericolo di un cortocircuito istituzionale perché le dimissioni di Scopelliti farebbero saltare tutto.
«Io resterò per altri 15 giorni e poi andrò a casa», è stato l’annuncio finale del governatore. Se siamo davanti all’ennesimo bluff non bisognerà aspettare molto per scoprirlo. D’altronde il quadro è abbastanza chiaro: se Scopelliti vuole le elezioni anticipate e vuole risparmiarsi l`onta di una “sospensione” per effetto della legge Severino si deve dimettere. Se invece vuole che la legislatura vada avanti senza di lui gli è sufficiente riconsegnare le chiavi di Palazzo Alemanni e dedicarsi solo agli impegni di partito.