Assolto a causa della crisi
Assolto causa crisi. Potrebbe essere riassunta così la sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Reggio Calabria nei confronti di un noto imprenditore reggino, finito in giudizio per aver pagato i…

Assolto causa crisi. Potrebbe essere riassunta così la sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Reggio Calabria nei confronti di un noto imprenditore reggino, finito in giudizio per aver pagato in ritardo, rispetto alla rateazione concordata con Equitalia, i contributi previdenziali dei propri dipendenti.
Un comportamento – ha stabilito il Tribunale sulla base dei documenti prodotti – non dettato da malafede, ma dalle oggettive difficoltà dovute alla congiuntura economica. Agli atti del procedimento, il difensore dell’imprenditore, l’avvocato Giovanni De Stefano, ha infatti depositato non solo le quietanze dei versamenti effettuati sia pure in ritardo rispetto alla diffida dell’Inps, ma anche i bilanci dell’azienda – da anni, tutti in negativo – anche, se non soprattutto, a causa dei crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione.
Elementi valorizzati in sede di decisione dal giudice, che accogliendo la tesi difensiva ha riconosciuto la buona fede dell’imprenditore, che non sarebbe riuscito ad adempiere agli obblighi contributivi solo per cause indipendenti dalla sua volontà e non con intenzioni dolose, come dimostrato – ha sostenuto la difesa e riconosciuto il giudice – dal pagamento in ritardo delle ritenute dovute.
In sintesi, passa dunque il principio secondo cui, per rendere perseguibile un imprenditore si deve tenere conto della modestia della somma dovuta, dell’occasionalità della condotta omissiva e della buona fede del datore di lavoro, che ha comunque provveduto al versamento, sia pure oltre il termine di tre mesi dall’avviso dell`ente previdenziale.