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La pace ritrovata tra Adamo e Paolini

COSENZA Il viaggio catartico del centrosinistra calabrese ha come prima tappa Cosenza. Nella città dove nel 2011 il centrodestra, sfruttando le divisioni nello schieramento avverso, ha conquistato pe…

Pubblicato il: 11/04/2014 – 0:06
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La pace ritrovata tra Adamo e Paolini

COSENZA Il viaggio catartico del centrosinistra calabrese ha come prima tappa Cosenza. Nella città dove nel 2011 il centrodestra, sfruttando le divisioni nello schieramento avverso, ha conquistato per la prima volta dal dopoguerra la guida di Palazzo dei Bruzi, adesso è il momento della pacificazione. E del rilancio. Per conquistare Cosenza e la Regione. I candidati già ci sono e tocca a Damiano Covelli, segretario di uno circoli del Pd cittadino, ma soprattutto fedelissimo di Nicola Adamo, ricucire lo strappo con quella parte di coalizione che due anni addietro non appoggiò la ricandidatura di Salvatore Perugini e preferì sostenere Paolini. Covelli lo dice senza troppi giri di parole: «Siamo stati i protagonisti di una divisione del centrosinistra cosentino che ha regalato la vittoria a Occhiuto. Adesso è arrivato il momento di guardare avanti e per questo siamo pronti a sostenere la corsa di Enzo Paolini a sindaco di Cosenza a sostenere Mario Oliverio in quella a presidente della giunta regionale». È un messaggio dirompente, inatteso per certi versi, ma che riempie di significato l’appuntamento organizzato dal gruppo del Pse. In prima fila c’è Mario Maiolo e questa è pure un’altra notizia. Il consigliere regionale, fresco di candidatura alle Europee, precisa di essere «venuto a salutare l’amico Enzo Paolini», ma intanto incassa l’endorsement del gruppo che si richiama al partito di Martin Schulz e pure quello di Mario Oliverio. Certo, per il presidente della Provincia di Cosenza il Pd «avrebbe potuto fare meglio» sulla selezione dei candidati, ma adesso «non è il tempo delle recriminazioni» e occorre «mettersi al lavoro per assicurare l’elezione di un rappresentante calabrese» nel Parlamento di Bruxelles. Quanto sono lontani i tempi delle schermaglie tra Maiolo e Oliverio, e quanto sono lontane le stilettate tra Paolini e Adamo. L’avvocato, che nel 2011 è stato sconfitto al ballottaggio da Mario Occhiuto, ha gioco facile nell’affondare il colpo contro il centrodestra guidato dall’architetto berlusconiano: «Questa è una città dove si pensa soltanto a pagare consulenze agli amici e a organizzare feste quando invece non c’è nulla da festeggiare». C’è l’emergenza lavoro nell’agenda delle priorità di Paolini: «Si è tolto un salario a persone con grande disagio sociale (il riferimento è ai lavoratori delle cooperative) ignorando che l’occupazione è l’unico antidoto contro il dilagare della criminalità». E poi c’è l’altro grande problema irrisolto, quella relativo a una sanità falcidiata da «scelte scellerate del governatore-commissario Scopelliti», che «non garantisce più il diritto alla salute» e che «privilegia determinati territori a scapito di altri». Su questo filone insistono pure i tanti consiglieri comunali che si alternano al microfono.
«Il problema – riassume Ferdinando Aiello, deputato di Sel – è che ci ritroviamo a pagare il prezzo del fallimentare “modello Reggio”, che è stato esportato alla Regione». Davanti a questo quadro non c’è tempo da perdere per costruire l’alternativa. Oliverio prende la parola dopo che tutti gli hanno assicurato sostegno nella corsa alla poltrona più prestigiosa di Palazzo Alemanni. L’ex parlamentare diessino la prende alla larga, punta l’indice contro «Scopelliti e un centrodestra che hanno fallito clamorosamente in tutti i settori e che adesso stanno facendo precipitare la Calabria in una crisi istituzionale senza precedenti» e invoca discontinuità nella scelta degli uomini e della coalizione di centrosinistra, che «dovrà essere allargata a movimenti e associazioni». Poi l’invito – il destinatario del messaggio è il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno – a fissare la data delle primarie di coalizione per l’individuazione del candidato a governatore: «Dovranno essere consultazioni regolari, senza il minimo sospetto di irregolarità e per questo la loro gestione potrebbe essere affidata alla Corte d’Appello, per come previsto dalla legge regionale». Finisce con la vigorosa stretta di mano tra Adamo e Paolini. Si chiude un’epoca. O, forse, è solo l’inizio di un nuovo capitolo di un romanzo ancora in gran parte da scrivere. (0030)

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