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La Calabria frana. Nell`indifferenza

LAMEZIA TERME A distanza di 41 mesi dalla firma dell`Apq tra il ministro dell`Ambiente e il governatore Peppe Scopelliti si può tranquillamente affermare che la mitigazione del rischio idrogeologico…

Pubblicato il: 28/04/2014 – 16:15
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La Calabria frana. Nell`indifferenza

LAMEZIA TERME A distanza di 41 mesi dalla firma dell`Apq tra il ministro dell`Ambiente e il governatore Peppe Scopelliti si può tranquillamente affermare che la mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria è rimasta soltanto un semplice annuncio. Lo dimostrano, impietose, le cifre raccolte in un “libro bianco” dal consigliere regionale del Pd Carlo Guccione. L`accordo di programma quadro (Apq) prevedeva la realizzazione di 185 interventi per un importo complessivo di 220 milioni di euro. «Sono trascorsi tre anni – spiega adesso l`esponente Dem. – e le uniche risorse utilizzate rimangono quelle relativa alla voce spese generali: su 185 interventi previsti in tutta la regione, solo per 18 – spesa complessiva di 19,8 milioni – sono state avviate le procedure di gara, e in particolare per i 77 interventi previsti nel territorio della provincia di Cosenza solo 12 – spesa totale di 13,8 milioni – sono state espletate le procedure di affidamento dei lavori».
Nel mirino di Guccione c`è Domenico Percolla, nominato nel gennaio 2011 commissario straordinario per l`attuazione degli interventi previsti dall`Apq. «Appena arrivato – ricorda adesso il consigliere regionale – si dotò subito di un proprio ufficio con sede a Reggio Calabria che ospitava anche 11 postazioni operative, tutte dotate di computer, oltre ad una stanza “tecnica” (con plotter, stampante multifunzione e fotocopiatrice/scanner), altre strumentazioni operative (server, rete telefoni/dati) ed una stanza archivio per i progetti e la documentazione tecnica ricevuta e prodotta. Tale sede avrebbe potuto essere realizzata presso gli uffici dell’Autorità di bacino regionale (Abr) o presso il Centro cartografico (Ccr)di Lamezia Terme e non avrebbe avuto alcun costo».
Per non parlare poi dei 18 tecnici rientranti nei gruppi di lavoro costituiti da Invitalia e dal Centro geomorfologico dell`area del Mediterraneo. «Le convenzioni con tali società – attacca ancora Guccione –  richieste dal commissario Percolla, sono costate circa 10 milioni di euro, risorse che sono state sottratte ai lavori di intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico. I 18 tecnici assunti sono riconducibili all’area politica del presidente della giunta regionale Peppe Scopelliti».
Un flop, insomma. Che stride con le immagini di un territorio ferito. Nei mesi scorsi Carlo Tansi, geologo che lavora per l`Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr, ha snocciolato dati che raccontano il potenziale pericolo: «In Calabria erano 9.417 le frane censite al 31 dicembre 2007, delle quali più di cinquemila hanno prodotto danni a persone o cose. Da allora, dopo le stagioni tremende che si sono succedute tra il 2008 e il 2010, il numero è certamente aumentato. Ma la Regione non ha adeguato né gli strumenti normativi né quelli che descrivono il fenomeno. Il Pai è fermo al 2001». E non si parla di rischi virtuali: «Nel periodo compreso tra il 1950 e il 2008, il dissesto idrogeologico in Calabria ha mietuto 517 vittime in 37 eventi e, negli ultimi 25 anni, ha coinvolto 5.425 persone». Numeri enormi, che crescono se si fa riferimento al totale delle persone che vivono in aree ad elevato rischio: «Sono 150mila, per un totale di 56mila edifici che ricadono in quelle zone. Gli edifici scolastici che ricadono in aree pericolose sono 245, gli edifici ospedalieri 15. Siamo o no davanti a una assoluta priorità?». La risposta sarebbe ovvia. Ma è quel condizionale che fa la differenza.

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