Black Money, depotenziata la figura di Femia
Pur non essendoci dubbi sul fatto che Nicola Femia «sia un personaggio di elevatissimo spessore delinquenziale e che abbia qualificati contatti con soggetti intranei o direttamente collegati con la c…

Pur non essendoci dubbi sul fatto che Nicola Femia «sia un personaggio di elevatissimo spessore delinquenziale e che abbia qualificati contatti con soggetti intranei o direttamente collegati con la criminalità organizzata», nel caso concreto di tre condanne arrivate nell`inchiesta “Black Monkey” «non risulta che la caratura mafiosa di Femia sia stata trasmessa all`intera struttura associativa, giungendo a compenetrarla e caratterizzarla».
Sono i motivi per cui il gup di Bologna Andrea Scarpa ha derubricato il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso in associazione semplice nella sentenza, comunque di condanna, per Ciriaco Carozzino (sette anni e sei mesi), Giovanni De Marco (sei anni) e Giuseppe Mascheretti (un anno e sei mesi). I tre il 22 gennaio erano stati condannati in rito abbreviato dal Gup che aveva deciso anche i rinvii a giudizio per Femia, ritenuto a capo di un`organizzazione che faceva profitti con il gioco illegale e altre 22 persone, a 13 delle quali – il dibattimento è in corso in questi giorni ed è ritenuto da più parti simbolico per la lotta alla criminalità organizzata in Emilia-Romagna – il pubblico ministero Francesco Caleca contesta l`associazione di tipo mafioso. Reato mafioso che però non ha retto nel caso di questi abbreviati: «Le acquisizioni investigative ottenute – scrive il giudice – non hanno dimostrato che l`organizzazione in sè fosse caratterizzata da un alone permanente di intimidazione diffusa, tale da mantenersi viva anche a prescindere dai singoli atti vessatori e finalizzata alla realizzazione del programma del sodalizio». Condanne erano state decise in quell`occasione anche per Ciro Irco (cinque anni e quattro mesi per estorsione) e Nicola Paparusso (un anno e dieci mesi per millantato credito), mentre erano stati assolti Luigi Tancredi (difeso dall`avvocato Giovanni Sacchi Morsiani) e Gian Loris Mengo. (0030)