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Lanzetta: «Una due diligence per i Comuni in dissesto»

ROMA Dal 1989 al maggio 2013 sono 479 i Comuni in Italia che hanno dichiarato il dissesto finanziario. Le regioni con il maggior numero di Comuni dissestati sono Calabria (138) e Campania (123). Segu…

Pubblicato il: 07/05/2014 – 15:08
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Lanzetta: «Una due diligence per i Comuni in dissesto»

ROMA Dal 1989 al maggio 2013 sono 479 i Comuni in Italia che hanno dichiarato il dissesto finanziario. Le regioni con il maggior numero di Comuni dissestati sono Calabria (138) e Campania (123). Segue il Lazio (45). Lo ha detto il ministro per gli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta, oggi alla Camera per illustrare in una audizione le linee del suo dicastero.
«I dati che ho richiamato – ha spiegato il ministro – ci impongono di riflettere per individuare gli strumenti e le modalità più opportune per intraprendere delle azioni di assistenza e supporto in chiave preventiva, cioè precedenti al verificarsi del dissesto e delle conseguenze negative che dallo stesso derivano. Penso all`introduzione di una sorta di “due diligence” di tipo aziendale sui conti degli enti locali, da attivare, eventualmente, anche su richiesta diretta degli stessi enti. La procedura – da svolgersi ad opera di soggetti in posizione di assoluta indipendenza e terzietà rispetto all`ente medesimo (eventualmente da organi dello Stato centrale e, in particolare, del ministero dell`Economia) – si caratterizzerebbe alla stregua di un controllo con funzione collaborativa, nel rispetto dell`autonomia costituzionale e con esclusive finalità di ausilio e supporto». Un`ulteriore considerazione del ministro Lanzetta «riguarda la necessità di lavorare insieme all`individuazione di soluzioni che consentano di incentivare e non deprimere la spesa per investimenti degli Enti locali», anche ipotizzando, ricorrendo determinati presupposti, «deroghe al Patto di Stabilità».

LA LOTTA ALLA CRIMINALITA` «La lotta alla criminalità organizzata deve avvenire principalmente sul campo, promuovendo progetti educativi e informativi, mobilitando la collettività civile, sviluppando il dibattito e il confronto. Deve avvenire, altresì, assistendo le amministrazioni locali e fornendo loro l`adeguato supporto, anche e soprattutto nei percorsi di risanamento che conseguono allo scioglimento di consigli comunali». Così si è espresso il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, intervenuta in Commissione Affari xostituzionali per illustrare le linee programmatiche del suo dicastero. «L`esperienza di pubblico amministratore che ho maturato in un territorio particolarmente esposto ad influenze pervasive della criminalita` organizzata – sia nel tessuto sociale che negli apparati locali – mi ha tuttavia insegnato – ha spiegato – che è fondamentale ancora una volta agire in chiave preventiva. Ho pertanto intenzione di proporre al ministro dell`Interno la possibilità di individuare insieme strategie operative che possano intervenire ancor prima dell`avvio di un procedimento così devastante e traumatico per le comunità locali quale risulta essere il dissolvimento degli organi elettivi. Sto pensando, in particolare, ad iniziative che possano sostenere e accompagnare il regolare svolgimento delle varie attività amministrative per consolidare e far emergere la parte sana della pubblica amministrazione locale».
Un ulteriore settore che merita di essere monitorato, secondo il ministro, è quello relativo all`utilizzo dei beni confiscati. «È necessario che la funzione pubblica a cui questi beni sono destinati – a valle del procedimento, pur complesso, di gestione e successiva assegnazione – risulti sempre effettiva e attuale. A questo fine, «è mia intenzione incentivare il più possibile la stipula di accordi, intese, protocolli e altri strumenti di gestione associata tra le amministrazioni locali, anche mediante il coinvolgimento di cooperative o fondazioni no-profit, per l`utilizzo del bene a favore delle esigenze e delle istanze della collettività di riferimento». «L`interesse a questi temi – ha concluso Lanzetta – mi si impone non solo per la mia esperienza personale, ma soprattutto per la consapevolezza che i condizionamenti della criminalità organizzata sono uno dei fattori principalmente in grado di incidere, paralizzandolo, sullo sviluppo culturale, sociale ed economico di ogni territorio in cui attecchiscono». (0030)

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