REGGIO CALABRIA «Qui non c’è nessuno che ostacola la legge. Tantomeno il sottoscritto che, al contrario, la legge intende rispettarla fino in fondo ed in ogni aspetto, come più volte ho pubblicamente spiegato. Cosicché, visto che una parte politica ben individuata, sulla questione delle dimissioni del presidente Scopelliti intende fare esclusivamente campagna elettorale, fino al punto d’insinuare il dubbio di un mio comportamento omissivo e di richiedere addirittura l’adozione di misure cautelari nei mie confronti, comunico fin d’ora che ho già dato mandato ai miei legali per la tutela della mia reputazione e della mia immagine». Lo afferma, in una nota, il presidente del consiglio regionale Francesco Talarico. Il riferimento è ad una nota di ieri del senatore Francesco Molinari e del deputato Sebastiano Barbanti, di M5S, in cui si annuncia la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica per «chiedere l’avvio di un procedimento penale e l’adozione di misure, anche cautelari ed urgenti, nei confronti di coloro che, violando la legge, stanno ostacolando il normale scioglimento del consiglio regionale e stanno impedendo ai calabresi di andare al voto».
«Ritengo, infatti – afferma Talarico – che dette affermazioni, gravi ed offensive nei confronti del presidente del consiglio regionale, configurino reati ben precisi che l’autorità giudiziaria sono certo saprà adeguatamente valutare. Sulla questione, complessa ed inedita in oltre quarant’anni di regionalismo, delle dimissioni del presidente della giunta regionale, intervenute a sospensione irrogata dal tribunale, un conto è il confronto democratico che non ho mai rifiutato, specie se fatto civilmente e sulla base di valutazioni tecniche, un altro, invece, l’accusa temeraria ed offensiva di ipotizzate, quanto inesistenti, violazioni di legge. Ricordo, in ogni modo, di aver già provveduto a convocare, nei termini prescritti dal regolamento (dieci giorni dal ricevimento delle dimissioni) il consiglio regionale, e che si è in attesa del parere formalmente e tempestivamente richiesto al ministero degli Interni ed al dipartimento Affari regionali di Palazzo Chigi».
«Suggerisco, infine – conclude Talarico – di non trasformare, come purtroppo sta accadendo, una questione squisitamente tecnica e procedurale, in una polemica elettoralistica chiassosa e di dubbio gusto, ma soprattutto dannosa per le stesse istituzioni». (0030)
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