IN EDICOLA | L'intrigo politico-sanitario del "Marrelli hospital"
CROTONE C’è un intrigo politico-sanitario che si snoda in tre province. Dopo Crotone, sede del “Marrelli hospital”, e Catanzaro, dove la Procura indaga sui passaggi che hanno portato alla nascita del…

CROTONE C’è un intrigo politico-sanitario che si snoda in tre province. Dopo Crotone, sede del “Marrelli hospital”, e Catanzaro, dove la Procura indaga sui passaggi che hanno portato alla nascita della struttura, spunta Reggio Calabria. In riva allo Stretto si deve decidere del futuro dell’ospedale privato. Le carte – come per tutte le altre cliniche del Crotonese – sono finite negli uffici della Commissione aziendale per l’autorizzazione e l’accreditamento. E a quel punto è stata un’escalation: il gruppo di lavoro ha chiesto ai proprietari di fornire alcuni documenti mancanti, gli atti non sono arrivati o sono stati considerati insufficienti, Massimo Marrelli (direttore sanitario della struttura) si è arrabbiato non poco e la Commissione è saltata. I vertici dell’Asp di Reggio Calabria l’hanno revocata e ne hanno messa in piedi una nuova di zecca, che ora dovrebbe prendere in carico la spinosa pratica cara all’imprenditore crotonese che, sia detto per inciso, è anche il marito della vicepresidente della giunta regionale Antonella Stasi. La stessa che governa al posto (i maligni dicono per conto di) Scopelliti dopo le dimissioni dell’ex governatore. (0020)
Il servizio integrale, “L’hospital che scotta”, di Pablo Petrasso, è sul numero 154 del Corriere della Calabria, in edicola fino al 13 giugno.