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Marocchina uccisa, assolta Navella

REGGIO CALABRIA Assolta per non aver commesso il fatto. È con una sentenza clamorosa che si conclude il processo d’appello a carico di Bruna Navella, accusata di aver ucciso assieme al nipote Attilio…

Pubblicato il: 10/06/2014 – 22:00
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Marocchina uccisa, assolta Navella

REGGIO CALABRIA Assolta per non aver commesso il fatto. È con una sentenza clamorosa che si conclude il processo d’appello a carico di Bruna Navella, accusata di aver ucciso assieme al nipote Attilio Oliva, la cinquantenne di origine marocchina Nezha Belakhdar, e per questo condannata a vent’anni di reclusione in primo grado. Una sentenza non condivisa dal pg Riva che in mattinata aveva già chiesto l’assoluzione della donna, difesa dall’avvocato Vincenzina Leone, sulla base dell’ insussistenza delle prove a suo carico. Panico, urla disperate e invettive all’indirizzo di giudici e avvocati hanno segnato la tesissima lettura del dispositivo, in un’aula presidiata dalle forze dell’ordine. I familiari della vittima non hanno accettato la sentenza dei giudici d’Appello per quella che definiscono una storia di ordinaria barbarie. A ricostruirla sono stati i carabinieri del Nucleo radiomobile, immediatamente intervenuti nel rione Marconi di Reggio Calabria – il blocco di case popolari al confine tra viale Europa e il quartiere di Sbarre, alla periferia sud della città – quella notte del 16 marzo,quando una furibonda lite, iniziata per alcuni vecchi mobili abbandonati a pochi metri da un palazzo, è degenerata in tragedia. Dopo l’ennesimo, feroce scontro con la vicina, Bruna Navella e il nipote Attilio Oliva, si sarebbero scagliati contro Nezha Belakhdar. Ma Attilio Oliva ha con sé un coltello e nel giro di pochi attimi la cinquantenne di origine marocchina finirà a terra agonizzante. Immediatamente ammanettati dai carabinieri del Nucleo radiomobile e formalmente incriminati nel giro di poche ore, Navella e Oliva hanno deciso di affrontare il giudizio con riti differenti. Il ragazzo accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio, è stato giudicato in ordinario e condannato a 21 anni di reclusione, mentre la Navella ha deciso di affrontare il procedimento con rito abbreviato, anche in ragione di una precedente favorevole sentenza del Tribunale della libertà. Secondo il giudice del Riesame, intervenuto sulla vicenda prima che il procedimento approdasse davanti al gup, la Navella non sarebbe stata a conoscenza delle intenzioni del nipote. Escludendo anche il concorso anomalo nell’omicidio di Nezha Belakhdar, il giudice Leonardo aveva infatti affermato «l’assoluta estemporaneità della condotta criminosa e la carenza di prove circa il fatto che la Navella sapesse della disponibilità di un coltello da parte del nipote». Tutti motivi per i quali – secondo il giudice che all’epoca aveva disposto la scarcerazione della Navella – «deve pertanto escludersi qualsivoglia prevedibilità in astratto e in concreto della degenerazione in omicidio della rissa cui hanno partecipato Navella e Oliva». Argomentazioni che non sembrano aver convinto il giudice dell’udienza preliminare, ma forse hanno pesato oggi su quella dei giudici di Appello.

 

Alessia Candito

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