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Il Pd deve guidare il cambiamento in Calabria

In Calabria il voto ha messo in evidenza in modo chiaro e netto la volontà e la speranza che si possa e si debba cambiare. Se è così, il Pd calabrese non puo’ permettersi di sbagliare e di deludere l…

Pubblicato il: 22/06/2014 – 10:33
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In Calabria il voto ha messo in evidenza in modo chiaro e netto la volontà e la speranza che si possa e si debba cambiare. Se è così, il Pd calabrese non puo’ permettersi di sbagliare e di deludere l’aspettativa: sarebbe un errore grave che potrebbe essere letale. Non significa vestire i panni della cassandra ma di sano realismo, di chi nel voto va oltre e rileva che nella competizione per le comunali in Calabria, quello stesso giorno quello stesso elettorato, non ha dato lo stesso consenso. Non a dispetto o per quale arcano motivo ma perché l’offerta politica del Pd nei comuni non aveva la stessa forza di quella europea. In sintesi la domanda di cambiamento della Calabria è forte e radicata, viene da storie diverse e queste storie contano sempre meno se fermano il tempo alla testimonianza del passato. Debbono fondersi nella rappresentazione del futuro e dei suoi contenuti e possono garantire un nuovo protagonismo che va oltre e costruire la nuova classe dirigente.La domanda dei calabresi come degli italiani è una domanda di cambiamento: questa domanda non si è infranta nella protesta sterile e parolaia, si è incontrata con le proposte del Pd e del suo leader. Cambiamento  non  sventolato nelle chiacchiere, ma nell’azione concreta, nelle coerenze che il governo Renzi ha dimostrato di voler praticare anche in Calabria.

Ora la prova che sta davanti ai democratici calabresi è quella di saper dimostrare di essere all’altezza della sfida. Abbiamo  visto che fine ha fatto la becera propaganda del cambiamento del centro destra. I calabresi sono stati ingannati una volta, non penso che siano disposti  per una seconda. Attenti però che il Pd non ha già vinto per demerito altrui, gli avversari non hanno dato forfait. La proposta politico progettuale del Pd in Calabria non è ancora in campo, e le primarie rischiano di rappresentare la metafora dei “liberi muratori” di tetti in assenza di fondamenta e pilastri. Sarebbe un grave errore se non si comprendesse che occorre affrontare in Calabria una crisi sistemica profonda dentro la quale anche il centrosinistra quando ha governato non ha dato dimostrazione di saper svoltare. Spetta al Pd mettersi alla testa di un progetto di governo nella consapevolezza che la Calabria ha l’esigenza di cambiare passo, metodo e capacità di visione. Su tanti temi il Pd deve dire cosa si propone di fare, la riforma del Titolo V della Costituzione parla della riforma del regionalismo a quarant’anni della sua fondazione. Che senso ha dividersi tra  conservatori e innovatori se non si misura la capacità di ciascuno a misurarsi sui temi del riformismo che costruisce il futuro? Questo impianto parla esplicitamente alle forze sane, ai sindacati e alle imprenditorie: insieme devono essere classe dirigente. E come si costruisce un’alleanza? Con l’assembramento di sigle tipo “Unione”? Non sarebbe meglio uno straordinario impegno politico per la Calabria che si interseca col livello nazionale? L’autonomia non è una vuota declinazione del far da soli, ma la capacità di rappresentare in un contesto più ampio le domande e le speranze di un popolo che guarda al futuro.

Il voto rappresenta una grande opportunità, sta al Pd della Calabria saperlo interpretare e tradurre in una forte iniziativa politica e progettuale che porti in tempi rapidi a scelte significative e coraggiose.Lo sguardo lungo e la forza delle idee di chi si candida a governare il cambiamento.

 

* Dirigente Pd Calabria

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