ROMA Dopo la scomunica ai mafiosi lanciata dal Papa dalla Piana di Sibari nel corso della visita a Cassano allo Jonio, «mi auguro che ora ci sia una coscientizzazione a tutti i livelli della società» delle parole del Pontefice. Lo afferma all’Ansa il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Jonio, secondo cui con il suo anatema contro i boss Francesco «ha smascherato una volta per tutte la pretesa dei mafiosi di presentarsi come buoni, generosi, benefattori della comunità. Ha levato ogni alibi e ogni possibile ambiguità o zona d’ombra residua». «Ora però – spiega Galantino sulla traduzione concreta della scomunica di Bergoglio – i preti nelle singole parrocchie non vanno lasciati soli dai vescovi, perché io capisco anche la fatica di chi si trova a fronteggiare» le situazioni concrete. «Ora comunque i boss – aggiunge a margine del suo intervento al ciclo di approfondimenti sull’Evangelii Gaudium promosso dalle Acli di Roma e provincia – non possono più avere la pretesa di venire a chiedere i sacramenti. Inoltre dopo le parole chiarissime del Papa anche a livello sociologico, le persone d’ora in poi sanno che i mafiosi che possiedono nei loro covi Bibbie e santini non c’entrano nulla con la Chiesa». (0050)
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