Ha fatto ingresso questa mattina alle prime luci dell’alba nel porto di Gioia Tauro la Ark futura, il cargo danese su cui viaggia l’arsenale chimico di Bashar al – Asad che nei prossimi mesi verrà reso inoffensivo nelle acque del Mediterraneo. In un porto blindato da polizia e forze dell’ordine, la nave è stata ormeggiata accanto alla Cape Ray, l’imbarcazione statunitense arrivata ieri nello scalo calabrese e su cui nelle prossime saranno trasbordati i container di agenti chimici provenienti dalla Siria. Si tratta di 78 container – 3 di iprite e 75 di precursori del Sarin – per un totale di circa 600 tonnellate di materiale che – stando ai piani – nel giro di dieci ore dovrebbero essere trasferiti direttamente sull’imbarcazione statunitense, senza stoccaggio sul molo. Un’operazione complessa, diretta da tecnici e funzionari Opac e cui parteciperanno trenta portuali, addestrati nelle scorse settimane al trattamento di materiale delicato e instabile. Concluse le operazioni in porto, la Cape Ray, scortata da pattugliatori di diversi Paesi, oltrepasserà le acque internazionali per dare il via alle operazioni di smaltimento per idrolisi, che per la prima volta avverranno a bordo di una nave attrezzata allo scopo. Stando ai piani, l’impianto della Cape Ray – sotto osservazione di 64 esperti chimici dell’Army’s Edgewood Chemical Biological Center, scortati da 35 marine statunitensi – dovrebbe riuscire a smaltire 25 tonnellate al giorno, dunque – ha comunicato ieri il presidente della commissione Difesa alla Camera “in 60- 90 giorni di lavoro, calcolando quelli di inattività per mare mosso dovrebbero essere in grado di concludere le operazioni”.
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