REGGIO CALABRIA I giudici di Dubai hanno negato l’estradizione all’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena, in ragione – fa sapere l’avvocato Vincenzo Caccavari, che difende l’ex politico insieme al collega Corrado Politi – dell’insussistenza del reato nei locali codici e dell'”indeterminatezza dei fatti per come riportati nell’istanza del Ministero della Giustizia”. Con un provvedimento depositato in mattinata, i togati degli Emirati (che, dicono ancora gli avvocati, non hanno neppure aspettato la traduzione del dispositivo che ha rideterminato la condanna di Matacena per concorso esterno in associazione mafiosa) hanno risposto picche alle autorità italiane che avevano chiesto di estradare l’ex politico, ricercato per l’esecuzione di una condanna definitiva per mafia e di una misura cautelare emessa nell’ambito dell’inchiesta Breakfast dalla Dda di Reggio Calabria. Una decisione accolta con soddisfazione da Matacena – fa sapere il legale – nonostante non più tardi di qualche settimana fa lo stesso ex parlamentare di Forza Italia avesse fatto sapere di essere pronto a rientrare in Italia per riabbracciare i figli e la moglie Chiara Rizzo, anch’essa arrestata e poi ai domiciliari dopo alcune settimane in carcere.
Condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, Matacena è stato raggiunto nel maggio scorso da una nuova misura cautelare emessa su richiesta della Dda di Reggio Calabria, nell’ambito di un’ inchiesta che ha visto coinvolti anche l’ex ministro Claudio Scajola, la moglie dell’armatore, Chiara Rizzo, la madre Raffaella De Carolis, i collaboratori Antonio Chillemi e Martino Politi, come le segretarie dei due politici, Roberta Sacco e Mariagrazia Fiordelisi, tutti accusati a vario titolo di aver aiutato Matacena a sottrarsi all’Esecuzione della condanna e a occultare il suo patrimonio.
L’EX PARLAMENTARE: RISPETTATI I DIRITTI “La decisione di rigettare la richiesta di estradizione dimostra, come ho sempre pensato, che negli Emirati arabi vengono rispettati i diritti del cittadino”. E’ questo il commento dell’ex deputato Amedeo Matacena in una dichiarazione fatta all’Ansa attraverso l’avvocato Enzo Caccavari. “Il rigetto della richiesta di estradizione – aggiunge Amedeo Matacena – è la riprova del fatto che fossero totalmente inconsistenti le ragioni ventilate dall’accusa circa la mia volontà di trasferirmi in Libano”. L’affermazione di Matacena è da mettere in relazione alla tesi sostenuta dalla Dda di Reggio Calabria secondo cui l’ex ministro Scajola e la moglie dell’ex deputato si sarebbero attivati per fare trasferire lo stesso Matacena dagli Emirati Arabi al Libano, Paese in cui, secondo la Dda, l’estradizione in Italia sarebbe stata più difficile.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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