Sono “indaghizzato”. Parafrasando un inarrestabile Crozza, Alberto Statera dalle colonne di Repubblica traccia la cattiva strada di Roberto Maroni, indagato per «induzione indebita a dare o promettere utilità per presunte irregolarità in due contratti di collaborazione a termine su progetti per Expo, stipulati non dalla regione ma da società Expo ed Eupolis».
Tra gli incriminati atti del governatore della Lombardia che si è detto «sereno e sorpreso», la nomina della catanzarese Anna Maria Tavano ai vertici delle infrastrutture della Lombardia, con uno stipendio di 186 mila euro più bonus.
Come spiega Statera, le capacità dirigenziali della Tavano non si mettono in dubbio fin quando non si ricade sotto il nucleo familiare di Domenico Aiello, avvocato calabrese, «una specie di Ghedini di Maroni».
Anna Maria Tavano dunque, moglie di Aiello, entrambi amici della più che portavoce di Maroni Isabella Votino. Per il paladino del Nord, questa volta i problemi arrivano direttamente dalla regione tra le meno amate della causa leghista: la Calabria appunto.
b.g.
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