REGGIO CALABRIA Esce dal carcere Francesco Condello, nipote del superboss Pasquale Condello, per oltre vent’anni primula nera della ‘ndrangheta reggina. Arrestato nell’ambito dell’operazione ‘ndrangheta banking con l’accusa di intestazione fittizia aggravata dalle modalità mafiose, il nipote del superboss – difeso dagli avvocati Gianfranco Giunta e Francesco Calabrese – è stato scarcerato nel pomeriggio per ordine del Tribunale del riesame, presieduto dal giudice Filippo Leonardo, con Aliquò e Amodeo a latere.
Il collegio ha accolto le istanze dei legali che hanno fatto valere in suo favore il principio del divieto di contestazione a catena, la norma che vieta la custodia cautelare per un imputato cui vengano contestati fatti e circostanze analoghe o connesse a quelle che già in passato lo hanno spedito ai domiciliari o dietro le sbarre.
Già arrestato nell’ambito del procedimento “Meta” con l’accusa di partecipazione ad associazione mafiosa, il giovane Condello si era “salvato” dalla pesantissima contestazione, rimediando all’esito del procedimento con rito abbreviato “solo” una condanna per favoreggiamento nei confronti dello zio allora latitante. Circostanze che a detta dei legali hanno reso impossibile emettere contro di lui una nuova ordinanza, perché gli elementi a suo carico erano già desumibili dagli atti allegati a quella che lo aveva in precedenza colpito nel procedimento Meta. Ragioni accolte dal Tribunale del Riesame, che ha riconosciuto la sussistenza della contestazione a catena, dichiarando la perdita di efficacia della custodia cautelare per intervenuta decorrenza dei termini e ordinando l’immediata scarcerazione di giovane rampollo di casa Condello. (0090)
a. c.
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