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Scopelliti, l'emendamento tribolato e le dimissioni da commissario

Anche il Parlamento “pensa” a Peppe Scopelliti e ai suoi trascorsi da commissario governativo al Piano di rientro. E lo fa con un emendamento dei relatori al decreto legge sulla competitività riformu…

Pubblicato il: 01/08/2014 – 17:11
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Scopelliti, l'emendamento tribolato e le dimissioni da commissario

Anche il Parlamento “pensa” a Peppe Scopelliti e ai suoi trascorsi da commissario governativo al Piano di rientro. E lo fa con un emendamento dei relatori al decreto legge sulla competitività riformulato e poi approvato in commissione alla Camera, dopo essere stato dichiarato inammissibile quando presentato dal governo come emendamento al dl sulla Pubblica amministrazione.
L’emendamento spiega che i presidenti di Regione che si dimettono non potranno più conservare «incarichi commissariali». E stabilisce che «in tutti i casi di cessazione anticipata, per qualsiasi causa, dalla carica di presidente della giunta regionale, questi cessa anche dalle funzioni commissariali eventualmente conferitegli con specifici provvedimenti legislativi». L’Ansa, che riporta la notizia, cita come esempi Vasco Errani in Emilia Romagna per la ricostruzione e Giuseppe Scopelliti in Calabria per la sanità.
Inoltre il testo prevede che «qualora normative di settore o lo statuto della Regione non prevedano apposite modalità di sostituzione, con decreto del presidente del consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente, è nominato un commissario che subentra nell’esercizio delle funzioni commissariali fino all’insediamento del nuovo presidente».

 

I SENATORI CALABRESI: AVEVA RAGIONE SCOPELLITI
Per Antonio Caridi e Nico D’Ascola, senatori calabresi del Nuovo centrodestra, le tribolazioni dell’emendamento provano che «a Roma, sul caso del commissario alla sanità per la regione Calabria c’è ancora molta confusione». «L’emendamento del governo voluto dal ministro Lanzetta, inserito e poi ritirato nel dl 90/2014 che, a quanto abbiamo appreso, potrebbe essere ripresentato dai relatori alla Camera affinché venga inserito nel decreto legge sulla Competitività – proseguono – conferma l’evidente vulnus legislativo che legittima i dubbi sollevati da Giuseppe Scopelliti. Aveva ragione l’ex governatore, quindi, quando affermava che nessuno gli aveva comunicato la revoca del ruolo di commissario ad acta alla sanità facendo notare questa enorme anomalia, dal momento che a oggi tra l’altro non è disciplinata da nessuna norma la decadenza automatica in caso di dimissioni o altri impedimenti. Sorgono dubbi, quindi, sia sulla “irricevibilità” di alcuni suoi decreti dichiarata da un direttore generale del ministero delle Finanze, sia sul parere espresso nel merito dall’Avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro».
«Chi afferma che l’ex presidente – concludono Caridi e D’Ascola – non può più ricoprire il ruolo di commissario per la sanità, quindi, molto probabilmente si sbaglia. La situazione di stallo sta comportando gravi difficoltà al sistema sanitario regionale che, in pieno recupero dal buco lasciato dalla precedente giunta, rischia di non poter utilizzare neanche i recenti fondi stanziati dal tavolo Massicci e fondamentali per il territorio calabrese». (0020)

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