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CASO SCAJOLA | Speziali: «Perché non vengo interrogato?»

BEIRUT «Anche al sottoscritto si dovrebbe dare la possibilità di difendere la propria onorabilità, la propria reputazione e la propria storia». Lo afferma oggi Vincenzo Speziali…

Pubblicato il: 06/08/2014 – 13:18

BEIRUT «Anche al sottoscritto si dovrebbe dare la possibilità di difendere la propria onorabilità, la propria reputazione e la propria storia». Lo afferma oggi Vincenzo Speziali, imprenditore calabrese residente a Beirut, chiamato in causa dai magistrati nell’inchiesta sull’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, e che ha sempre negato ogni coinvolgimento nella vicenda. Ma lamenta di non venire interrogato.

Ieri il gip di Reggio Calabria, Olga Tarzia, ha rinviato a giudizio con rito immediato lo stesso Scajola, Chiara Rizzo, moglie dell’ex deputato Amedeo Matacena, e altre tre persone. Tra le accuse vi è quella di procurata inosservanza della pena per Matacena, condannato a tre anni di reclusione per concorso esterno in  ssociazione mafiosa e attualmente residente a Dubai.
Secondo l’impianto accusatorio l’ex ministro dell’Interno, in particolare, si sarebbe rivolto a Speziali perchè lo aiutasse, grazie ai suoi contatti in Libano, compreso l’ex presidente Amin Gemayel, a fare trasferire Matacena da Dubai a Beirut.
«Perchè non sono mai stato ascoltato?», chiede Speziali, che lamenta di non essere stato convocato dai  magistrati dopo aver ricevuto un avviso di garanzia l’8 maggio scorso. E ciò, afferma, «nonostante la disponibilità data e confermata».

Con l’ordinanza di rinvio a giudizio di ieri, Speziali afferma di essere passato «da “indagato-perno” a “menzionato” in atti giudiziari che servono a sostenere il teorema della pubblica accusa». Mentre l’imprenditore calabrese afferma che potrebbe chiarire la sua posizione di «totale estraneità ai fatti» se solo fosse interrogato.
Speziali, nipote dell’omonimo ex senatore del Pdl, ricorda poi la vicenda del colonnello Paolo Costantini, ex capo centro dei servizi segreti italiani negli Emirati arabi uniti, che, secondo indiscrezioni pubblicate dalla stampa, avrebbe detto in un interrogatorio di avere saputo che lo stesso Speziali si era recato all’ambasciata italiana ad Abu Dhabi nell’ambito delle “pressioni” esercitate a beneficio di Amedeo Matacena. Una  icostruzione già smentita dall’imprenditore calabrese, che afferma di non essersi mai recato in vita sua nemmeno negli stessi Emirati. «Chi o cosa – chiede Speziali – ha indotto il colonnello Costantini a rilasciare false comunicazioni ai pm? Come mai, una volta verificata l’infondatezza del colonnello medesimo, la Procura non ha proceduto nei suoi confronti?».
«Chi ha interesse – conclude Speziali – a screditare la mia persona, con illazioni fantasiose e/o diffamatorie?». (0020)

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