CASO SCAJOLA | Domiciliari a Messina per Chiara Rizzo
REGGIO CALABRIA In attesa dell’avvio del procedimento che la vede imputata per aver aiutato il marito Amedeo Matacena a sottrarsi all’esecuzione di una condanna definitiva per mafia e ad occultare il…

REGGIO CALABRIA In attesa dell’avvio del procedimento che la vede imputata per aver aiutato il marito Amedeo Matacena a sottrarsi all’esecuzione di una condanna definitiva per mafia e ad occultare il suo immenso patrimonio, potrà continuare a scontare gli arresti domiciliari a Messina, Chiara Rizzo, la moglie dell’ex parlamentare di Forza Italia, fino a ventiquattro ore fa obbligata a rimanere a Castranea delle Furie, piccola frazione a circa dieci chilometri dalla città siciliana dello Stretto. Il gip di Reggio Calabria ha infatti accolto l’istanza di trasferimento presentata dai difensori – riferisce uno dei legali di Lady Matacena, l’avvocato Candido Bonaventura – autorizzando anche la Rizzo a ricevere le visite di alcuni familiari, fra cui la madre, il fratello, la cognata, i nipotini e una cugina.
Arrestata l’8 maggio scorso, Lady Matacena dovrà presentarsi il prossimo 22 ottobre di fronte ai giudici del Tribunale di Reggio Calabria assieme all’ex ministro Claudio Scajola, lo storico collaboratore del marito, Martino Politi, Roberta Sacco e Maria Grazia Fiordelisi, segretarie dei due politici. Per tutti i pm Giuseppe Lombardo e Francesco Curcio hanno chiesto e ottenuto il giudizio immediato, sulla base di un’istanza rettificata all’esito dei nuovi interrogatori disposti per la Rizzo e Politi in seguito alla precisazione del capo di imputazione. Convocazioni conclusesi con un nulla di fatto – entrambi hanno deciso infatti di fare scena muta – ma che per i pm non sono state privi di significato, se è vero che il 4 agosto scorso al gip – si legge nelle carte – hanno chiesto di revocare la precedente richiesta, sostituendola con una nuova istanza in cui – con ancora maggior precisione – si evidenziano le circostanze contestate ai cinque imputati. (0070)
a. c.