LAMEZIA TERME È stato emesso un decreto di archiviazione dell’intero procedimento – che riguardava una frode ai fondi Ue scoperta dalla guardia di finanza di Catanzaro che ha portato al sequestro di 20 milioni di euro – dal gip Stefano Furlani, che ha portato non solo alla restituzione di tutte le somme sequestrate ma che ha chiarito l’inidoneità a sostenere l’accusa in giudizio.
La guardia di finanza di Catanzaro, lo scorso marzo, aveva eseguito un provvedimento cautelare nei confronti di 18 persone alle quali era stato imposto l’obbligo di dimora per i reati di truffa e frode fiscale in relazione alla percezione di fondi nazionali e comunitari. Il provvedimento era stato emesso dal giudice per le indagini preliminari di Lamezia Terme, che aveva accolto la richiesta della Procura. I finanzieri avevano eseguito anche un sequestro di beni nei confronti degli indagati per un valore di sei milioni di euro.
Un docente universitario di Roma, Vincenzo Tagliaferri, due commercialisti e i vertici della società Ntm di Lamezia Terme erano coinvolti nell’inchiesta sulla presunta truffa per 9,5 milioni di euro ai danni dello Stato e dell’Unione europea. La truffa avrebbe riguardato un macchinario che avrebbe dovuto produrre cucchiaini per bevande calde dei distributori automatici. La Procura della Repubblica di Lamezia Terme aveva richiesto e ottenuto dal giudice per le indagini preliminari l’emissione di misure cautelari personali e reali. I militari della guardia di finanza di Catanzaro hanno eseguito 2 obblighi di dimora nel comune di residenza nei confronti di due commercialisti di Roma, Bruno Morroni, 80 anni, e del figlio Paolo (46), responsabili della società Ntm di Lamezia Terme, ritenuti i principali ideatori della frode; 9 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di Roberto Lingua, 37 anni, di Torino; Tommaso Santagati (65), Scilla (Reggio Calabria), Carmela Santagati (34), Daniela Santagati (36), Rosalba Santagati (37), tutti di Palmi, Elis Adriano Mantovani (72) di Cinisello Balsamo (Milano); Francesco Convertini (49), esperto ministeriale originario di Martina Franca (Taranto), il docente universitario di Roma, Vincenzo Tagliaferri. Nell’inchiesta erano indagati Arnaldo Di Lonardo (72) di Chiauci (Campobasso); Pasquale Cena (68), Settimo Torinese (Torino); Gianluigi Sanclemente (77), Milano; Giovanni Pauselli (76) di Città di Castello (Perugia); Domenico Temperini (54), di Roma; Filippo Buonafede (81), di Reggio Calabria; Andrea Scrivani (42), Parma; Michele Gorra (44) di Piacenza; Antonella Claudia Postorino (40), di Reggio Calabria e Mauro Pietro Gasparin (60), Schio (Vicenza).
I finanzieri avevano anche sequestrato la società Ntm oltre al sequestro per equivalente del contributo indebitamente percepito e dei crediti tributari costituiti attraverso le false fatture per un totale di 6 milioni di euro circa. L’operazione della guardia di finanza era stata eseguita in Calabria e nel Lazio, dove gravitano i principali autori della frode, ma anche in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Puglia e hanno portato al sequestro di beni mobili e immobili e dei conti bancari nella disponibilità degli indagati.
Nell’inchiesta, tra gli altri, era rimasto coinvolto anche un professore universitario di Roma, Vincenzo Tagliaferri. Altro indagato eccellente Domenico Temperini, coinvolto nell’inchiesta sul buco milionario dell’Idi di Roma. Le persone coinvolte nell’inchiesta erano accusate a vario titolo di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche comunitarie, falso ideologico e materiale, emissione e utilizzo di decine di fatture e altri documenti per operazioni totalmente o parzialmente inesistenti, frode fiscale ed altri illeciti amministrativi e tributari. (0050)
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