Rimasti in larga parte privi anche degli ammortizzatori sociali, gli ex operai di Multiservizi pretendono una risposta certa sul proprio futuro, ma nonostante le numerose mobilitazioni, dalla triade prefettizia – che dall’ottobre 2012 regge il Comune – non è arrivato mai nulla di certo, solo blande rassicurazioni e promesse mai mantenute. E se sul piano ufficiale le risposte tardano, quello che filtra dalle blindatissime stanze del palazzo comunale sarebbe tutto meno che rasserenante. Stando a indiscrezioni infatti, il nuovo piano industriale messo a punto dal commissario – capo Gaetano Chiusolo, assieme ai colleghi Gaetano Giuseppe Castaldo e Carmelo La Paglia, e non ancora sottoposto al vaglio di sindacati e rsu, prevederebbe in pianta organica solo 218 lavoratori. Una soluzione che lascerebbe a casa più di trenta addetti – al momento ancora in attesa di ricollocazione – e che non è piaciuta per nulla ai lavoratori che proprio speravano di poter avviare una trattativa su capacità, bacino e attività previste dalla nuova in house. Non si tratta della prima doccia fredda che i lavoratori di quella che era la municipalizzata più grande della città, devono subire. Nel corso dell’estate, Palazzo San Giorgio aveva infatti risposto picche alla proposta dei sindacati di stipulare una sorta di “contratto ponte” in grado di garantire da una parte la continuità reddituale e dall’altra la prosecuzione dei servizi di manutenzione urbana – in passato gestiti appunto dalla Multiservizi – fino al completamento delle procedure di attivazione della società. Un no che aveva lasciato con l’amaro in bocca ai lavoratori ma che potrebbe diventare la miccia che fa divampare l’incendio della protesta sociale.
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it