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Siamo in ginocchio

Siamo in ginocchio e non per pregare. Lo siamo perché non c’è istituto pubblico o privato di ricerche o sondaggi che non dia il Mezzogiorno e la Calabria sempre in discesa. I sindacati, poi, non fann…

Pubblicato il: 16/10/2014 – 17:12
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Siamo in ginocchio e non per pregare. Lo siamo perché non c’è istituto pubblico o privato di ricerche o sondaggi che non dia il Mezzogiorno e la Calabria sempre in discesa. I sindacati, poi, non fanno sconti a nessuno nell’indicare le enormi difficoltà che vive la Calabria, sulla quale si insiste col dire che è una regione dalle mille potenzialità. Sin dai tempi di Giustino Fortunato, e non solo, si parla di regione che ha enormi potenzialità di sviluppo in qualsiasi settore: dall’industria all’artigianato, dal turismo all’archeologia, dalla portualità all’agricoltura. Solo per fare qualche esempio. Potenzialità? Da più di un secolo? Ogni politico o amministratore non fa altro che ripetere o soffermarsi, specialmente in pubblico o nei momenti elettorali, sulle potenzialità della Calabria. Potenzialità, però, è solo un momento che precede la piena realizzazione di qualcosa. Un momento – non un secolo – perché manca l’impegno politico- amministrativo-finanziario-burocratico perché si realizzi quel fatto su cui si punta. Esempi? A iosa. Il mare, se pulito, potrebbe essere una miniera d’oro. La neve della Sila, dell’Aspromonte o del Pollino, potrebbe attirare turisti da tutta Europa, l’agricoltura non avrebbe pari, e poi l’artigianato, l’ortofrutticoltura, la stessa industria. Insomma, le potenzialità ci sono ma rimangono sempre tali in attesa che “qualcuno” si metta all’opera e non deleghi ad altri il compito di “fare”. A noi, semmai, il compito di ricevere, e sicuramente quello di criticare, ciò che gli altri – sempre gli altri – non fanno. Ci tocca solo assistere, mai a “sudare le classiche sette camicie” e agire per superare ataviche arretratezze. Ecco perché non si cresce o si va sempre indietro. L’isti- tuto della delega lo abbiamo sposato. La nostra è come se fosse una regione sempre incinta, ma che non partorisce mai. Altro che nove mesi. Omologa o eterologa che sia la gravidanza.
Ad intervenire – dicevamo – anche i sindacati. Chiusa o accantonata la stagione della concertazione, la Cgil ha preparato un dossier per il premier Renzi con l’elenco delle cose da fare, da sempre richieste e mai realizzate. Adesso tutti sperano nel premier. Dagli interventi strutturali per il corridoio che interessa il trasporto merci dal porto di Gioia Tauro – con relativo rilancio della stessa infrastruttura – alle politiche di finanziamento per la messa in sicurezza del territorio dai rischi di dissesto idrogeologico, dal completamento della Salerno-Reggio alla strada statale 106, dal rafforzamento della linea ferroviaria Battipaglia-Reggio al rinnovo del materiale rotabile e all’elettrificazione della linea jonica. La Cisl, attraverso il segretario regionale Paolo Tramonti, ha rilevato che la fase autunnale sarà caldissima. Un calabrese su due – ha detto – è in condizioni di totale, o quasi, indigenza economica. Tramonti – invitato a un confronto pubblico del Pd assieme ad amministratori, politici, giornalisti – ha parlato di inaccettabile atteggiamento dei livelli isti- tuzionali interessati – governo e Regione – che non riescono a dare certezze sul piano economico e sociale. Il segretario della Cisl ha pre- visto momenti difficilissimi per i lavoratori della sorveglianza idrau- lica, della forestazione, del fondo sollievo, delle comunità montane (ancora esistono?).
Insomma, la nostra è una terra alla quale siamo legati, ma che è fortemente piegata dalla crisi, quasi “hopeless”, senza speranza. L’esponente nazionale della Uil, Roberto Castagna, ha attribuito pesanti responsabilità a quelle che ha chiamato «distratte forze politiche e istituzionali» che si sono dimostrate – a suo dire – incapaci di porre rimedi a una situazione che rischia un’esplosione sociale senza pre- cedenti. La Calabria è vinta da una condizione di povertà pressoché assoluta. Come hanno rilevato – nel corso di questi ultimi mesi – la Banca d’Italia, la Svimez, l’Istat, la disoccupazione calabrese è al doppio di quella nazionale, il precariato ha raggiunto livelli al di fuori di ogni controllo, le prospettive di lavoro per i giovani e i meno giovani sono diventate una chimera. «Sfiducia e disagio – secondo Roberto Castagna – hanno rappresentato il sentimento più forte in tutti gli strati sociali. A parere dell’esponente del sindacato di Angeletti, le politiche su sanità, industria, artigianato, infrastrutture, trasporti, ambiente, forestazione sono state un completo fallimento. Da qui la necessità di Uil, Cgil e Cisl di incontri o anche scontri per riprendere i discorsi interrotti a favore di questa terra derelitta, facendo della renziana cabina di regia il luogo nel quale tentare di risollevare le sorti di una regione – la nostra – che non merita di rimanere a vita negli ultimi posti di tutti gli indicatori sociali. Per ragioni storiche, culturali, di equità. Non ci sono condizioni diverse tra i cinque territori provinciali calabresi. Più o meno, navigano tutti negli stessi marosi. Se non si interviene con l’urgenza che il “caso Calabria” richiede, le prospettive saranno anche peggiori. Se non si interviene l’economia è al tracollo totale. Migliaia le aziende – grandi, medie e piccole – che hanno chiuso i battenti. La disoccupazione è in crescita, la via dell’emigrazione – al Nord o in Europa –, è ripresa alla grande. Anche sul versante confindustriale non si tace. Lo hanno fatto settimanalmente il presidente Natale Mazzuca, leader degli imprenditori cosentini; da Reggio Andrea Cuzzocrea e da Catanzaro il presidente Daniele Rossi che ha addirittura sostenuto che «la Calabria se fosse un’azienda, sarebbe addirittura fallita». La Calabria, a suo parere, non può farsi abbindolare da promesse non mantenute. Bisogna remare tutti, secondo Daniele Rossi, nella stessa direzione per uscire dalla crisi. «La speranza, al contrario di quanto si crede, equivale alla rassegnazione. E vivere non è rassegnarsi», dice Albert Camus.

 

*giornalista

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