Trematerra-Udc, la storia continua
LAMEZIA TERME L’accordo è arrivato quando ormai il divorzio era dato per certo. Michele Trematerra tenterà la riconferma in consiglio regionale e lo farà ancora una volta con l’Udc. Nella notte…

LAMEZIA TERME L’accordo è arrivato quando ormai il divorzio era dato per certo. Michele Trematerra tenterà la riconferma in consiglio regionale e lo farà ancora una volta con l’Udc. Nella notte a Roma è stata trovata la quadratura del cerchio e Trematerra si è convinto a sposare il progetto della coalizione centrista “Alleanza popolare calabrese”, che sarà guidata dal senatore alfaniano Nico D’Ascola. Decisivo per la scelta di Trematerra si è rivelato il pressing operato da Cesa e Casini. «Non puoi tirarti indietro – è stato il senso del ragionamento dei due leader centristi – in un momento così delicato per la vita del nostro partito». Toccato nelle corde, Trematerra, che milita in questo partito sin dalla sua fondazione, non ha saputo dire di «no». E così stop a ogni tentativo di avvicinamento a Wanda Ferro. La battaglia elettorale si farà al centro e in posizione equidistante da centrodestra e centrosinistra.
Trematerra non sarà l’unico big in campo con l’Udc. Anche gli altri quattro uscenti hanno dato la loro disponibilità a sacrificarsi per il partito. Il più dubbioso era Alfonso Dattolo ma una volta preso atto della volontà di Trematerra di proseguire l’avventura, per lui è diventato difficile se non impossibile chiamarsi fuori. E lo stesso discorso vale per Gianluca Gallo e Ottavio Bruni, che nelle scorse settimane avevano mostrato più di un’apertura a trovare un accordo con il centrosinistra.
Sarà candidato, ma su questo per la verità non molti dubbi, pure Franco Talarico. Il presidente del consiglio regionale è uscito a portare a casa il risultato che sperava all’inizio di queste settimane di estenuanti trattative: riuscire a non rompere il patto di ferro stipulato con il coordinatore calabrese di Ncd Tonino Gentile.
Certo, per completare l’opera adesso serve superare il quorum che per le coalizioni è fissato al 8% e per le singole liste al 4%. Un risultato non impossibile ma nemmeno scontato. Sopratutto se, come pare, diversi tra coloro che avevano manifestato l’intenzione di passare nella coalizione guidata da Forza Italia – vedi Luigi Fedele, Alfonso Grillo e Candeloro Imbalzano – hanno cambiato idea e adesso sono pronti a dare linfa al progetto varato da Alfano, Cesa e Quagliariello.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it