Luci spente sul teatro Cilea
REGGIO CALABRIA Il clima culturale nella città di Reggio Calabria è in fermento. A breve le compagnie teatrali che hanno già reso noti i cartelloni delle prossime stagioni, apriranno le loro porte a…

REGGIO CALABRIA Il clima culturale nella città di Reggio Calabria è in fermento. A breve le compagnie teatrali che hanno già reso noti i cartelloni delle prossime stagioni, apriranno le loro porte a un pubblico in attesa che le luci della ribalta si accendano. Nella città in riva allo Stretto, il “Siracusa Teatro” impegnato in una serie di appuntamenti firmati “Officina dell’arte”, diretta dall’attore Giuseppe Piromalli, “Spazio Teatro” guidato da Gaetano Tramontana e “Scena nuda-Compagnia teatrale” gestito da Teresa Timpano, sono pronti a portare sul palco gli eventi che intratterranno gli spettatori reggini per il 2014/2015. Non solo commedie, ma anche corsi di recitazione, dizione, laboratori, incontri e seminari, volti ad avvicinare un pubblico di curiosi alle diverse forme del teatro contemporaneo.
Escluso dai festeggiamenti il teatro comunale “Francesco Cilea” che, per il terzo anno consecutivo, sembra non poter più garantire una stagione (l’ultima risale al 2011/2012), vetrina di rilevo per protagonisti e personalità di spicco del panorama artistico europeo. Non solo la prosa, ma anche la musica, il cabaret, il musical, i festival e l’opera lirica, potendo contare, infatti, su un proprio corpo musicale. A onor del vero, nonostante le condizioni precarie in cui la struttura versava, l’assessore alle Politiche e Pianificazione culturale, Eduardo Lamberti Castronuovo che aveva criticato la collaborazione nel 2013 tra la Regione e il Comune sulla gestione dell’ente («Da quando abbiamo deciso di coinvolgere la Regione si è fermato tutto»), aveva tentato extrema ratio e in pompa magna di risollevare le sorti del “Cilea” organizzando una cerimonia che facesse da apripista a progetti futuri per lo Stabile. Il 21 dicembre 2013 sul palco del teatro sono andati in scena il musical e il cabaret, la lirica con la “Traviata” e l’orchestra sinfonica “Teatro Francesco Cilea”, la poesia, le musicalità etniche di Mimmo Cavallaro e i “Taranproject”, in una serata che, purtroppo, non ha avuto un seguito. A distanza di quasi un anno il teatro rimane chiuso, ma la sua anima sopravvive in quelle piccole realtà che lo compongono. Il coro lirico continua a esibirsi in altre strutture e in diversi festival, eventi o spettacoli. L’estate scorsa, infatti, ha interpretato “La Traviata” a Locri, grazie al patrocinio del Comune.
Non di meno lavora l’orchestra sinfonica “Teatro Francesco Cilea” che, grazie alla collaborazione con l’associazione Horcinus-Orca di Messina che gestisce il teatro Siracusa, per due anni ha lavorato alla stagione di prosa di quest’ultima. Si parla di un’orchestra che ha più di dieci anni di attività e che è la prima filarmonica della città di Reggio. Nell’attesa di tornare a occupare la fossa orchestrale del Comunale, ha creato una “Sinfonica junior”, fucina di talenti da inserire all’interno della stessa o da indirizzare verso altre realtà presenti nel territorio. Il desiderio di conoscere il futuro del teatro ha spinto il gruppo di musicisti ad avere un incontro informale con due dei candidati a sindaco della città, Lucio Dattola e Giuseppe Falcomatà. «Tutti e due hanno espresso la loro volontà di fare ripartire il teatro, visto il significato sociale e culturale che riveste – commenta Pasquale Faucitano, primo violino e presidente dell’orchestra sinfonica “Teatro Francesco Cilea” –. Tra chi vuole portare avanti la struttura come una fondazione e chi sta cercando di capire come veramente intervenire, entrambi hanno dimostrato di avere a cuore il futuro del teatro. Formare l’orchestra – prosegue Faucitano – è stato per noi un atto per fare qualcosa per la città. Dietro di noi c’è una scelta: rimanere qui per investire nel teatro, per il troppo amore nei confronti di quello che facciamo e per la nostra terra. Noi ci abbiamo creduto e continuiamo a crederci».
Dall’amarezza di queste parole emerge comunque la speranza che al più presto si possa tornare a riprendere in mano gli strumenti. Nel frattempo, divelto l’ultimo cartellone dal muro, del Cilea non rimane che il vuoto di una facciata e di una platea senza spettatori.
Miriam Guinea