Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 21:00
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Basta con i trasformismi

Chiusa la legislatura del consiglio regionale – come peggio non poteva essere conclusa –, è scattato il riposizionamento e la conseguente attività della pletora di mestieranti della politica per gar…

Pubblicato il: 29/10/2014 – 11:35
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo

Chiusa la legislatura del consiglio regionale – come peggio non poteva essere conclusa –, è scattato il riposizionamento e la conseguente attività della pletora di mestieranti della politica per garantirsi la sopravvivenza. Molti gli aspiranti a un altro mandato, poche le new entry, almeno a giudicare dalle prime impressioni. Si presenta così la prossima campagna elettorale per le regionali in Calabria che di fatto si può considerare già iniziata. Qualche novità, però, si coglie e riguarda i timidi tentativi di petizioni rivolte ai propri partiti per evitare candidature o accordi con schieramenti nel cui interno vi siano uomini che hanno avuto recenti responsabilità di governo. Indubbiamente sono iniziative forti e anche inedite che, se mantenute e soprattutto recepite, indicherebbero final- mente non solo il voler fare giustizia di quanti hanno la responsabilità di aver fatto segnare il passo a questa regione, ma soprattutto un nuovo modo di proporsi all’elettorato ponendo veti importanti, supportati da una gestione discutibile del governo regionale. Ciò avrà, anche in alcuni casi, il potere di sparigliare le carte a quanti si erano già preparati a salire sul cavallo con il fantino di cui si ha sentore che possa avere più possibilità di successo, nonostante fino a pochi giorni prima fosse ritenuto un avversario. Si dirà: ma questa è la politica. Bisognerà capire a quale politica ci si riferisce, se a quella che ci è stata propinata per anni o a quella che i cittadini desiderano.
Se infatti si riesce a rivolgere lo sguardo un po’ più verso l’alto, alzando il campo visivo, non si potrà che convenire che la Calabria merita una diversa rappresentanza fatta, anche se da mestieranti, da soggetti con un diverso bagaglio culturale e una più consistente capacità a costruire il bene comune. Si comprenderebbe come la Calabria abbia bisogno di una politica che sappia ricercare e promuovere la libertà e la giustizia sociale, che sappia interpretare i bisogni delle popolazioni; che sappia tenere il giusto equilibrio trai diritti e i doveri; che sappia individuare i canali di crescita, senza mettere da parte i poveri. La Calabria ha bisogno di una politica che sappia promuovere la vita, riconoscendo il merito come valore al di sopra di ogni cosa, clientela inclusa. Si deve capire che la Calabria ha bisogno di avviare una stagione di crescita in modo da dare risposte ai giovani, alle famiglie, all’occupazione. L’orgoglio dell’appartenenza, della calabresità, deve riappropriarsi degli animi di tutti, senza distinzioni, perché ciò ci spingerà a rimboccarci le maniche e lavorare insieme per costruire una nuova Calabria, unica, non più divisa da anacronistici provincialismi, ma determinata a disfarsi soprattutto della grande piaga sociale rappresentata dalla criminalità organizzata.
Una politica che sappia lavorare saprà raggiungere il bene comune che è e resta l’espressione più alta dei valori che caratterizzano una comunità. Tutto ciò, però, presuppone che al centro della nuova iniziativa politica vi sia una visione positiva della persona. Ecco perché la Calabria ha bisogno di istituzioni che sappiano manifestare autorevolezza, ma senza essere invasive, nel rispetto della sussidiarietà promuovendo, assieme al sistema finanziario, la cooperazione per rendere attrattivo il territorio, tutto il territorio, tenendo presente le varie peculiarità e le risorse ambientali e culturali di cui dispone, unico, grande punto di forza di questa terra. Parallelamente non vanno dimenticati due obiettivi fondamentali e prioritari sui quali il nuovo governo regionale deve impegnarsi con uguale fervore: la lotta alla ‘ndrangheta e la costruzione di un patto con il governo centrale per la crescita. Il perseguire di questi obiettivi, il dimostrare di volerli raggiungere misurerà la volontà dei calabresi a incidere sul proprio destino.
E lo dovranno dimostrare ad horas per far sentire ai partiti che si preparano a gestire i prossimi delicatissimi cinque anni il bisogno, non più dilazionabile, di pretendere una reale svolta del governo regionale sostenendo quanti si impegnano ad attuare una politica capace di rafforzare i valori del territorio, mobilitando grandi energie comunitarie e in grado di mantenere realisticamente le promesse.
La speranza è che a queste elementari considerazioni faccia eco un impegno serio di tutti coloro che sono impegnati in politica ad abbandonare i vecchi sistemi, peraltro già evidenziati in questi giorni, allorché si parla di accordi elettorali e di candidature perché ciò lascia sottintendere il per- seguire di antiche logiche che mai hanno avuto il potere di cambiare di una virgola le condizioni di vita in questa regione, se non a consolidare il tradimento della speranza della popolazione dal Pollino allo Stretto.

 

*giornalista

Argomenti
Categorie collegate

x

x