Opere "Bei", Ferro: «Calabria recuperi la sua parte»
CATANZARO «L’appello di Francesco Berna, presidente regionale dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, tocca corde a me molto sensibili e che pesano nel panorama delle speranze dei calab…

CATANZARO «L’appello di Francesco Berna, presidente regionale dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili, tocca corde a me molto sensibili e che pesano nel panorama delle speranze dei calabresi». Lo afferma in una nota Wanda Ferro, candidata del centrodestra alla presidenza della Regione. «Com’è noto, l’edilizia – afferma – è il cuore pulsante della nostra economia. Se arranca, il risentimento è diffuso e deprimente. Berna ha fatto bene a lanciare il suo motivato appello in riferimento ai grandi investimenti per opere pubbliche della “Bei”, che come regione rischiamo di intercettare poco se non per niente. Se venisse confermata questa linea di tendenza da parte del governo, tratteggiata da Berna nel suo appello alla classe dirigente politica calabrese intesa nel suo insieme, sarebbe cosa disdicevole. Vorrebbe dire che ancora una volta Matteo Renzi predilige la linea dei faraonici investimenti, poco funzionali e raramente realizzabili, che però diventano buoni soprattutto per operazioni speculative di altissima finanza».
«Com’è noto – prosegue Ferro – le cifre a più zeri negli investimenti pubblici attirano come il miele l’intraprendenza dei general contractor, che a loro volta affidano lavori in subappalto, con tutte le conseguenze in termini di sprechi di risorse e ritardi nella realizzazione dei lavori e nei pagamenti. Senza contare poi che spesso si mettono di mezzo, guadagnandoci sopra, anche le banche, talvolta socie in affari degli stessi general contractor. Il circuito insomma diventa vizioso e finisce per diventare appetibile in un territorio diverso dal nostro, perché magari più capace di offrire garanzie nelle operazioni finanziarie di grande portata. L’esatto contrario di quello di cui ha drammaticamente bisogno la Calabria».
«A noi non servono grandissime opere – dice ancora l’interessata – buone solo per le speculazioni. Servono interventi pubblici mirati, alcuni di questi strategici, anche costosi, ma non faraonici. Non abbiamo bisogno di un’opera da un miliardo di euro, ma di un miliardo di opere da un euro ciascuna. Devono lavorare tutte le imprese, se è possibile, e in questo senso ha perfettamente ragione Berna sulla necessità di rispolverare uno spirito keynesiano nella distribuzione degli interventi pubblici. Ma soprattutto le opere finanziate devono essere davvero utili alla società civile, devono essere realizzabili e realizzate in tempi certi. Nell’elenco che Padoan presenterà alla task force della Bei deve esserci grande spazio per la Calabria».
«Raccolgo – continua Ferro – la disponibilità di Berna a fornire ogni supporto: possono essere fondamentali le loro indicazioni. Si parla spesso e forse scontatamente di dissesto idrogeologico senza entrare nei particolari, ma questo è un capitolo che richiederebbe approfondimenti più seri. Io aggiungo che abbiamo da confrontarci anche con il rischio sismico, siamo la regione più esposta del Paese, purtroppo. Un grande intervento stratificato di riqualificazione dell’edilizia pubblica e privata sarebbe per la Calabria e i calabresi una boccata d’ossigeno in termini di salubrità della vita civile e del settore dell’edilizia. Non a caso nel nostro programma di governo abbiamo inserito il mutuo sociale».
«Per queste ragioni e altre ancora – afferma Ferro – faccio mio l’appello di Berna. Dobbiamo tutti tenere gli occhi aperti battendo i pugni sul tavolo e rivendicando la massima quota parte degli investimenti per la Calabria. È qui, su questi temi, che si deve confrontare la classe politica calabrese. Che se non difende queste partite, non si capisce bene a cosa altro possa servire. La prima cosa che farò in materia di edilizia, da presidente di tutti i calabresi, sarà certamente quella di non permettere che le imprese finanzino più le opere pubbliche. Non si possono anticipare lavori per conto degli enti che magari hanno nel frattempo dislocato altrove le risorse destinate in bilancio di previsione a quell’opera appaltata. Questo non sarà più possibile. Faremo in modo, quando saremo al governo della Regione, che un responsabile per il procedimento, da noi appositamente individuato, segua in modo rigoroso i lavori e i pagamenti. Ogni appalto dovrà avere un suo flusso di cassa evidente, disponibile e destinato solo a quell’opera, non a mettere toppe nei bilanci degli enti locali. Lo ripeto ancora una volta: non permetteremo più che gli imprenditori – conclude Ferro – finanzino gli enti con il loro sudore e il loro rischio d’impresa».