La replica del caposala: «Lavorare alla Regione è un mio diritto»
CATANZARO Il signor Cubello, caposala ospedaliero e sindacalista con regolare distacco, ci minaccia di azioni «sia per via penale che civile» se non pubblichiamo una sua precisazione che, come legger…

CATANZARO Il signor Cubello, caposala ospedaliero e sindacalista con regolare distacco, ci minaccia di azioni «sia per via penale che civile» se non pubblichiamo una sua precisazione che, come leggerete non rettifica nulla, semmai conferma quello che abbiamo scritto e che il signor Cubello non ha gradito.
Scrive il capo sala trasformato in funzionario tecnico presso la giunta regionale della Calabria: «Gli scoop di polemica politica a cui mi si vuole associare non mi riguardano. Non mi appartengono. Non mi turbano. Certo mi indignano, per la messa in discussione di una correttezza ed onestà intellettuale a cui ho ispirato il mio agire. In merito al “decreto imbarazzante” è necessario sapere che è stato disposto, su mia legittima istanza, alla cessazione dell’aspettativa per motivi sindacali, come espressamente previsto dal Ccnq 7 agosto 1998. Tale previsione contrattuale è confermata dalle disposizioni contenute nella circolare del ministro della Funzione pubblica numero 5/2014 del 20 agosto 2014, in base alla quale la Regione Calabria e/o altra amministrazione pubblica non poteva non ottemperare, in presenza di disponibilità nella dotazione organica. Ritengo che tali notizie possano essere facilmente verificate. Anche io da lavoratore credo di poter esercitare e rivendicare il mio diritto ad essere inserito laddove le normative contrattuali lo prevedono e non perché iscritto a questo o a quel partito. Non vedo perché avrei dovuto non esercitare una prerogativa legale, dato che io ho presentato la mia istanza in data 5 agosto e sicuramente a tutto pensavo fuorché alla prossima campagna elettorale. Certo è che la normalità e la legalità in questa Regione e sotto campagna elettorale diventano merce rara e anche un comune cittadino che nulla ha a che fare con nomine, trasferimenti e promozioni diviene capro espiatorio per rinsaldare la campagna elettorale di questo o quel candidato, senza che gli venga concesso diritto di replica e di rettifica. La mia posizione nulla ha a che fare con le vicende “sospette” a cui mi si collega».
Allora, signor Cubello, non faccia finta di non avere capito la ratio del nostro servizio e della polemica politica che ne è seguita con una presa di distanze persino della vicepresidente facente funzioni, Antonella Stasi. Nessuno ha mai detto che lei non avesse titolo per chiedere quello che ha chiesto: lasciare la corsia dell’ospedale e l’impegno sindacale per approdare negli uffici delle giunta regionale della Calabria. È stato detto altro e siccome fa intendere di non averlo compreso glielo ribadiamo: lei ha chiesto un trasferimento ad altro ufficio e ad altre mansioni. Il fatto che lo abbia chiesto non significa certo che era dovere della Regione Calabria accontentarla.
Vuole l’elenco delle persone meno, come dire, fortunate di lei che chiedono qualcosa alla Regione Calabria e non solo non la ottengono ma non hanno neanche una risposta? Da sindacalista certe cose dovrebbe saperle.
Nel merito, abbiamo detto e ribadiamo che la dirigenza della Regione Calabria dovrebbe chiedersi cosa serve all’ente e quali sono gli interessi generali da tutelare, non quel che piacerebbe avere al dipendente che legittimamente rivolge una istanza.
Abbiamo sottolineato, e lo ribadiamo, che è singolare rilevare che la Regione Calabria toglie dall’ospedale una figura professionale importante come un capo sala (il sindacalista Cubello saprà quali voragini ci sono negli organici dell’ospedale Pugliese e, più in generale, nella sanità calabrese) per infoltire quelli della sua burocrazia dove si parla di almeno un migliaio di posti in esubero rispetto alla bisogna. La mobilità, per i cittadini, non è mandare il signor Cubello dove preferisce ma consentire che spostandosi all’interno del pubblico impiego si metta gente dove manca e la si tolga da dove non serve.
Abbiamo espresso forti perplessità, e le ribadiamo, sulla coincidenza che una serie di nomine, spostamenti, colloqui, selezioni e quant’altro avvengano nelle settimane di campagna elettorale. In questo contesto il trasferimento del signor Cubello è solo un episodio, certo, nasce da una normativa vigente, certissimo, ma non per questo si può impedire di menzionarlo minacciando iniziative giudiziarie.
La redazione del Corriere della Calabria