LAMEZIA TERME Sembra ormai stabilizzatosi intorno all’8,7% il risultato ottenuto da Nico D’Ascola, candidato a presidente per la coalizione centrista “Alternativa popolare per la Calabria”. L’alleanza tra Ncd e Udc guidata dall’avvocato reggino – che ha difeso anche Berlusconi e Scopelliti – riesce a superare la soglia di sbarramento dell’8% e, quindi, potrà contare su una rappresentanza in consiglio regionale. Il dato non era affatto scontato, specie se si pensa alle lacerazioni tutte interne al centrodestra che hanno generato durante la campagna elettorale polemiche durissime tra alfaniani, forzisti e reduci scopellitiani. È proprio il partito guidato dal ministro dell’Interno quello che sembra aver tratto maggior giovamento dal disgregamento della coalizione che 4 anni fa portò in trionfo Peppe Scopelliti: nonostante sia mancato l’apporto dell’ex governatore, i cui fedelissimi fuoriusciti da Ncd erano candidati a sostegno di Wanda Ferro, il risultato dell’8,7% smentisce quanti, soprattutto tra gli ex alleati, pronosticavano una debacle totale con percentuali al di sotto della soglia di sbarramento. Probabilmente trainato dal peso elettorale dei fratelli Gentile a Cosenza, invece, Ncd è l’unico dei due partiti di “Alternativa popolare” che con il 6,22% entra a Palazzo Campanella. L’Udc di Franco Talarico, infatti, si è fermato al 2,56% e rimane senza alcun consigliere regionale.
Il leader di Ncd Angelino Alfano accoglie con soddisfazione il raggiungimento del quorum: «La sinistra conferma il suo primato in Emilia Romagna e conquista la Calabria. Un elemento molto negativo in un quadro per noi positivo, con il risultato di Nino D’Ascola che ci dà grande soddisfazione e forza. Ma la Calabria è la vera sconfitta, spero l’ultimo errore e l’ultimo disastro di un centrodestra che ha preteso di andare diviso e ha consegnato al centrosinistra il governo della Calabria, con la quale passano al centrosinistra quattro regioni», ha detto il ministro dell’Interno durante la trasmissione Uno Mattina.
«HO DIMOSTRATO IL CREPUSCOLO DI FI» «Il mio successo non sarebbe arrivato se non avessi dimostrato la condizione politica crepuscolare e rinunciataria di Forza Italia e quindi la necessità che il ceto medio e i moderati tutti abbiano una nuova, più vigorosa ed entusiastica rappresentanza politica». Lo afferma, in una dichiarazione, il senatore Nico D’Ascola, che è stato candidato alla presidenza della Regione Calabria per Alternativa popolare, composta da Ncd e Udc, ottenendo l’8,75%. «Quando si mettono in campo – aggiunge – le idee, la loro forza di persuasione e soprattutto l’impegno che viene da un nuovo soggetto politico che tuttavia rappresenta la più bella tradizione della politica italiana, ossia quella che si riflette nella rappresentanza del popolo dei moderati, i risultati giungono immancabilmente». «I punti di forza di questa mia campagna elettorale – conclude D’Ascola – sono stati costituiti dalla presentazione agli elettori di Alternativa popolare e quindi di un partito che eredita la storica convergenza tra mondo cattolico e mondo liberale».
E, a stretto giro, è arrivato anche il commento di Fabrizio Cicchitto, affidato a Twitter: «Il tentativo di omicidio di Forza Italia nei confronti di Ncd si è tradotto in un suicidio sia in Calabria sia in Emilia».
s. pel.
s.pelaia@corrierecal.it
x
x