'NDRINE A SAN LORENZO | «Perdete o vi ammazziamo»
REGGIO CALABRIA Chi l’ha detto che il decoro scolastico è più importante delle sovvenzioni alle squadre di calcio? Parafrasando il vecchio Karl Marx, se il calcio – moderna religione – è l’oppio dei…

REGGIO CALABRIA Chi l’ha detto che il decoro scolastico è più importante delle sovvenzioni alle squadre di calcio? Parafrasando il vecchio Karl Marx, se il calcio – moderna religione – è l’oppio dei popoli, di certo Rocco Giovanni Maesano ne era un dipendente all’ultimo stadio.
FONDI A PIOGGIA PER IL CALCIO
Per la “sua” Omega Bagaladi San Lorenzo, l’ex responsabile dell’Ufficio tributi del Comune di San Lorenzo – indicato dal collaboratore Giuseppe Ambrogio come uomo dei Paviglianiti e oggi finito in manette per associazione mafiosa – era disposto a fare di tutto. Nel settembre 2011,il Comune di San Lorenzo elargisce alla squadra ben 7.500 euro come contributo campionato sportivo per l’anno 2010. L’anno successivo, dopo la fusione voluta dai Iamonte fra la Melitese e il Bagaladi, cambia il nome della squadra – divenuta Associazione sportiva Valle Grecanica – ma non il contributo che l’amministrazione comunale munificamente concede. Somme importanti per un Comune piccolo come quello di San Lorenzo, costretto dunque a risparmiare su altre uscite di sua stretta competenza come quelle per le strutture scolastiche. Negli stessi mesi in cui l’Ufficio finanze da il via libera al pagamento dei contributi alla società sportiva, gli investigatori sentono Maesano ringhiare al telefono con una dirigente scolastica «se vi serve materiale di pulizia, ve lo comprate! … già lo sa che gli dico che per me la scuola la può chiudere.. . gliel’ho detto per San Lorenzo… e glielo sto dicendo per Bagaladi… se hanno i soldi per mantenersi, si mantengono sennò che vadano dalla Gelmini e gli cerchino i soldi alla Gelmini».
PARTITE IN SALDO
Questioni di priorità, diranno alcuni, «gestione scriteriata dei Comuni di San Lorenzo e Bagaladi, della quale il Maesano Rocco Giovanni è uno dei principali fautori» annota il gip, ma che non esaurisce «l’impegno» del funzionario dell’Ufficio tributi per la sua squadra del cuore. La gestione costa, in rosa ci sono giocatori di discreto livello e come tali retribuiti, dunque bisogna trovare il modo di fare cassa. Soprattutto nel 2010, quando l’allora Omega Bagaladi San Lorenzo, si gioca il passaggio ai play off per la serie D. È allora che Rocco Giovanni Maesano, coglie il suggerimento «illuminante» del figlio Giuseppe «lo sai che devi fare invece allora? … inc … e ci vendiamo un poco di partite.. senti a me…se vuoi sentire a tuo figlio … ora … inc… teniamo un poco di partite … e quelli … con le partite che ti vendi, rischi lo stesso di fare i play off … te lo dice un fesso … e ti puoi vendere pure i play off». Un business interessante per Maesano senior, che sembra accogliere con discreto interesse il suggerimento. Del resto, tanto lui, tanto il figlio, per la squadra si erano sempre spesi. Nel corso della stagione 2008/2009 erano arrivati addirittura a minacciare giocatori e dirigenza del Praja, “consigliando” loro di non vincere la partita con l’Omega Bagaladi San Lorenzo che si apprestavano a giocare. Consigli che sembrano aver indotto la squadra ospite a perdere quel match per 1 a 0, ma non a denunciare l’accaduto.
«PERDETE O VI AMMAZZIAMO»
A scoprirlo saranno gli investigatori, ascoltando le conversazioni degli uomini del clan. È il 15 febbraio del 2009, mancano poche all’incontro fra il Bagaladi e il Praja, quando Pietro Toscano chiama allarmato Verduci per comunicare “ha telefonato il direttore sportivo del Praia, Battaglia … dice che è successo un macello. ..che padre e figlio (Rocco Giovanni Maesano ed il figlio Giuseppe, ndr ) li hanno fermati sotto Bagaladi, dove c’è il rettilineo, e gli hanno detto … dopo che li hanno invitati che stavano andando al castello a mangiare … là al campeggio … che so dove..gli hanno detto che non salgano proprio … con i bastoni…che a Bagaladi gli devono dare la partita. ..qua, là …q ua non si gioca …qua vi ammazziamo». Circostanze confermate, pur senza formulare alcuna accusa precisa a carico del responsabile dell’ufficio Finanze del Comune di San Lorenzo, anche dal direttore tecnico del Praja, Battaglia, che ascoltato dagli inquirenti riferirà «in occasione della trasferta con il Bagaladi, quella fatta durante la stagione calcistica 2008/2009, mentre percorrevamo in pullman la strada che conduce a Bagaladi, siamo stati fermati da un gruppo di persone, che io presumo essere di Bagaladi, i quali inveivano contro di noi. Il gruppo, poco dopo, si è sciolto e l’autista ha potuto riprendere la marcia … Non sono riuscito a riconoscere nessuno del gruppo che ha bloccato il pullman anche perché occupavo i sedili posteriori e la visuale era limitata». Nonostante le insistenze degli inquirenti, Battaglia negherà di aver commentato l’accaduto con Maesano, all’epoca presidente del Bagaladi, ma riconoscerà che proprio con lui in passato «c’erano stati degli screzi che risalivano alla partita di campionato del girone di andata disputata a Praja quando il Presidente Maesano ci ha accusato di averli ospitati in una struttura ricettiva non adeguata e poco accogliente». Di più, Battaglia non dirà. Ma forse non casualmente – sottolinea il gip – l’incontro si concluderà con la vittoria del Bagaladi contro un «un Praia irriconoscibile – si legge in un commento sportivo citato nell’ordinanza – incapace di portare pericoli alla porta di Tiziano … Finisce 1-0 per la gioia dei tifosi rossoverdi che hanno sfidato un freddo pungente per sostenere la propria squadra. Praia deluso ma oggi ha veramente demeritato».
MINACCE A LUNGO TERMINE
Minacce reali, efficaci anche a più di dodici mesi di distanza, se è vero che l’anno successivo il Praja, già aritmeticamente retrocesso, preferisce disertare l’ultima giornata di campionato che avrebbe visto la compagine cosentina confrontarsi con i padroni di casa. Per il gip, «si tratta di episodi quanto mai emblematici della scarsissima fedeltà alla funzione pubblica da parte del Maesano, vilipesa in ogni sua manifestazione e continuamente influenzata da interessi di parte, a ciò si aggiunga il comportamento minaccioso attuato ai danni della compagine calcistica rivale, preannunciato da propositi tutt’altro adamantini quanto alla “vendita” di partite funzionali a fare cassa, e poi attuato in tutta la sua crudezza mediante il trabocchetto di un invito amichevole, trasformatosi brutalmente nella richiesta estorsiva che passa da minacce d i morte accompagnate dall’uso di bastoni».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it