Caparello: «Sulle Province scelte di governo sbagliate»
LAMEZIA TERME «La sconcertante procedura di riforma delle Provincie messa in atto dal governo, rischia di assumere conseguenze grottesche per la politica, inaccettabili per i lavoratori e dannose sia…

LAMEZIA TERME «La sconcertante procedura di riforma delle Provincie messa in atto dal governo, rischia di assumere conseguenze grottesche per la politica, inaccettabili per i lavoratori e dannose sia per i servizi finora erogati all’utenza che per i territori interessati. Ad affermarlo è Francesco Caparello, segretario generale aggiunto Uil-Fpl Calabria. «La scelta politica di abrogare le Provincie – fa sapere l’interessato – i cui effetti sugli dichiarati e previsti risparmi economici, risultano essere poca cosa a confronto del permanere dei costi della politica che il governo finge solo di volere perseguire come conseguenza dei tagli calati dall’alto dalla recente legge di Stabilità. Purtroppo – continua Caparello – ha come risultato ultimo ed evidente quello di volere continuare a fare cassa sulla pelle dei dipendenti pubblici che, già penalizzati da un quinquennio di blocco del contratto nazionale di lavoro, devono subire processi di mobilità o, peggio, di esubero, eccedenza e di messa in disponibilità. La riforma infatti è costruita su due pilastri legislativi, la legge Delrio e la legge di Stabilità appena approvata, che purtroppo operano in perfetta antitesi e distonia tra di loro.»
«La legge Delrio, in linea con il protocollo di intesa del 19 novembre del 2013, aveva quantomeno previsto una serie di garanzie per il personale dipendente delle Provincie che, posto in mobilità, avrebbe dovuto seguire le funzioni trasferite ad altri enti come Regione e Comuni, portando con sé le necessarie risorse economiche, il salario accessorio in godimento e la garanzia dei livelli occupazionali in servizio alla data della legge».
«La recente legge di Stabilità, al contrario – prosegue il sindacalista – nei confronti delle Provincie, attua tagli economici insostenibili per il 2015, 2016 e 2017 di tre miliardi di euro a regime e tagli lineari del 50 per cento alle dotazioni organiche, con la conseguenza che le Provincie non saranno più nelle condizioni né di finanziare le funzioni fondamentali rimaste in capo alle stesse anche per carenza di personale dedicato, né di garantire il trasferimento della spesa del personale agli enti subentranti nelle funzioni non più considerate fondamentali».
«Nelle cinque Provincie calabresi, in applicazione della legge di stabilità 2015, i lavoratori interessati sono più di 2.700 unità, di cui il 50 per cento è soggetto da subito a processi di mobilità, oltre alla problematica di tutti i lavoratori che attualmente operano nelle Provincie con contratti a tempo determinato, che rischiano di non avere più la possibilità di potere rinnovare – dice Caparelli – un rapporto di lavoro, ancorché precario».
«La Uil-Flp Calabria ritiene importante mantenere in essere lo stato di agitazione di tutti i dipendenti già proclamato in termini unitari dalle segreterie nazionali di categoria, e auspica la immediata apertura di un tavolo di confronto con il presidente della giunta regionale per la costituzione urgente dell’osservatorio regionale e con Anci e Upi Calabria per individuare criteri e procedure per la redistribuzione delle funzioni e delle competenze già in capo alle Provincie, unica e pregiudiziale condizione per garantire il corretto processo di riforma delle Provincie per come previsto dalla citata legge Delrio, a garanzia – conclude – dei diritti dei dipendenti pubblici interessati».