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Favorirono la latitanza dei cugini Bellocco, arrestati

ROMA Favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena. Sono i reati contestati a tre presunti fiancheggiatori della ‘ndrangheta arrestati dai carabinieri a Roma e Palmi con l’accusa di aver…

Pubblicato il: 17/01/2015 – 9:24
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Favorirono la latitanza dei cugini Bellocco, arrestati

ROMA Favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena. Sono i reati contestati a tre presunti fiancheggiatori della ‘ndrangheta arrestati dai carabinieri a Roma e Palmi con l’accusa di aver fornito supporto logistico alla latitanza romana dei due cugini Umberto e Francesco Bellocco, rispettivamente di 31 e 25 anni, esponenti dell’omonima cosca, finiti in manette nel luglio del 2012 nella Capitale. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Roma su richiesta della Dda è stata eseguita dai militari del Nucleo investigativo del Reparto operativo del comando provinciale di Roma con la collaborazione dei colleghi del posto. In considerazione dello spessore criminale dei due cugini, le indagini furono immediatamente assunte dai carabinieri del Nucleo investigativo di via in Selci che individuarono l’appartamento di via Perlo, zona Casalotti, trasformato nella loro base logistica.
La perquisizione del covo, protetto da un impianto di videosorveglianza, consentì di stabilire che i due ricercati si erano stabiliti a Roma da diversi mesi e che erano in piena “attività”: nella casa furono trovati numerosi telefoni, computer portatili, Jammer, ricevitori radio, macchine conta banconote, bilancini elettronici di precisione, un blocco notes con cifre ed appunti in codice, nonché l’Epistola di Leone IV, utilizzata dagli affiliati della ‘ndrangheta nel rito di iniziazione.
I latitanti disponevano inoltre di 3 auto e 2 moto nuovissime, intestate a dei prestanome. Secondo quanto accertato dai carabinieri, i tre arrestati di oggi – Alessandro Mazzullo, 31 anni, originario di Oppido Mamertina ma residente a Roma in zona Boccea, Leopoldo Cosentino, 31 anni, originario di Palmi e Achille Rocco Gioffrè, 36 anni, originario di Taurianova – avevano reperito e messo a disposizione dei cugini Bellocco l’appartamento di via Perlo, le auto e i documenti di identità. Il primo avrebbe trovato ai due mafiosi l’appartamento in zona Casalotti, in periferia; agli altri due sarebbero state intestate le auto e le moto usate dai Bellocco, ai quali avevano anche procurato dei documenti falsi. Mazzullo, considerato affiliato alla ‘ndrina dei Gallico di Palmi, nel 2012 fu trovato in possesso di un cartoncino raffigurante ‘il volto sacro’ identico a quello di Umberto Bellocco. Per gli inquirenti si tratta di un simbolo di appartenenza alla ‘ndrangheta.

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