PALMI La Procura di Palmi ha chiesto la condanna del presidente dell’autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi, a sei mesi di reclusione per il reato di rifiuto di atti d’ufficio.
Per le conclusioni della parte civile, Zen Marine srl, difesa dall’avvocato Giacomo Saccomanno, e dei difensori dell’imputato, avvocati Pittelli e Feraudo, il Tribunale, presieduto dal dottor Battaglia, ha fissato l’udienza del prossimo 18 febbraio. Tale rinvio per la discussione, il quarto fino a oggi, è conseguente a un’istanza presentata dall’avvocato Pittelli per motivi di salute. La requisitoria del pm è stata puntuale e precisa, emergendo dagli atti l’evidente ritardo nel rilascio di una concessione, richiesta dal Gruppo Zen nel 2007, per ottenere l’uso di uno specchio d’acqua per l’alaggio delle imbarcazioni, e rilasciata solamente il 4 febbraio 2010, a distanza di quasi tre anni, dinnanzi a un termine di 30 giorni. Il pm ha evidenziato che non solo vi è stato l’abnorme ritardo, anche dinnanzi a due sentenze del Tar Calabria che ordinavano il rilascio della stessa, con nomina, anche, di un commissario ad acta, ma per giustificare ciò sono state evidenziate motivazioni inesistenti e in contrasto con la normativa vigente. Nel contesto della discussione, per acclarare la gravità della situazione, è stato ricordato un evento accaduto 20 anni prima, allorquando uno dei primi investitori è stato incontrato da un soggetto locale che gli dava assicurazioni sulle possibilità di intervento per risolvere tutti i problemi sia amministrativi che burocratici. Il Gruppo Zen e i dipendenti, pur prendendo atto della posizione netta della Procura che ha descritto puntualmente l’evento e le gravi responsabilità dell’imputato, non possono che «rammaricarsi – è scritto in una nota – del ritardo nella decisione del procedimento e dei danni pesantissimi subiti che hanno distrutto un’attività imprenditoriale che aveva 120 dipendenti e oggi, invece, appena 10. Una danno così devastante che ha impedito la crescita di un’azienda sana per omissioni, ritardi e, forse, interessi diversi e contrari a quelli di una gestione della cosa pubblica trasparente, corretta e nell’interesse dei cittadini e del rispetto della legge. La parte civile si auspica che il processo possa definirsi al più presto e che possa far ritornare un poco di serenità, dopo anni di ingiustizie e sofferenze».
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