Incidente sulla 106, due vittime
REGGIO CALABRIA Ancora sangue sulle strade calabresi. Due persone sono morte la scorsa notte sulla statale 106 jonica, nei pressi di Bocale, alla periferia sud di Reggio Calabria. A perdere la vita d…

REGGIO CALABRIA Ancora sangue sulle strade calabresi. Due persone sono morte la scorsa notte sulla statale 106 jonica, nei pressi di Bocale, alla periferia sud di Reggio Calabria. A perdere la vita due persone di Motta San Giovanni: Matteo Brigandì, 38 anni, e Giuseppe Farini, 47 anni. Sulla vettura viaggiavano anche anche altre tre persone: B.G. (classe 1974) in prognosi riservata; L.I.G, (classe 1986) ferito e S.F. (classe 1985.) La vettura, per cause in corso di accertamento, ha perso il controllo e sbandando ha più volte urtato contro alcuni manufatti stradali, colpendo anche una macchina in transito i cui occupanti sono rimasti illesi. Sul luogo dell’accaduto sono intervenute varie pattuglie della Polizia Stradale, l’Anas e i Vigili del Fuoco, coordinati dal magistrato di turno Teodoro Catanati.
L’ASSOCIAZIONE SUL PIEDE DI GUERRA «Lo Stato assassino che uccide i calabresi deve investire sulla statale 106 provvedendo al più presto a metterla in sicurezza, sanando le illegalità diffuse lungo questa mulattiera, provvedendo al piu’ presto con un piano di investimenti necessari al suo ammodernamento». È quanto scrive l’associazione “Basta Vittime sulla Strada Statale 106” circa l’incidente a Reggio Calabria nel quale sono morte due persone ed altre tre sono rimaste ferite. L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” nel ricordare che la «famigerata strada della morte – prosegue la nota – è stata considerata da un rapporto dell’Aci-Istat degli ultimi mesi dello scorso anno la strada più pericolosa d’Italia intende denunciare l’immobilismo istituzionale e l’incapacita’ dello Stato di cancellare, attraverso la messa in sicurezza subito e l’ammodernamento della statale 106, questa autentica vergogna ed, insieme, la più grande Strage di Stato della storia della nostra Repubblica». «Non è più possibile – prosegue la nota – che ancora oggi nel 2015 possa esistere una pseudo-strada che miete vittime e feriti con una frequenza precisa, puntuale e disastrosa».