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«Quegli esami sono stati realmente sostenuti»

CATANZARO Ancora una giornata dedicata alle difese degli imputati dell’inchiesta sui falsi esami all’Università della Calabria. Nell’udienza preliminare che si è tenuta stamani davanti al gup di Cata…

Pubblicato il: 09/02/2015 – 14:34
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«Quegli esami sono stati realmente sostenuti»

CATANZARO Ancora una giornata dedicata alle difese degli imputati dell’inchiesta sui falsi esami all’Università della Calabria. Nell’udienza preliminare che si è tenuta stamani davanti al gup di Catanzaro, infatti, le tesi difensive degli avvocati dei 61 imputati, hanno puntato a smontare non già le conclusioni a cui sarebbe giunto il pm Antonio Bruno Tridico, ma soprattutto le basi su cui esse poggiano, richiedendo pertanto, nella maggior parte dei casi, il non luogo a procedere.

L’inchiesta “Centodieci e lode” cerca di fare luce su presunti brogli alla facoltà di Lettere dell’Unical. Vari i punti su cui si sono concentrati i difensori come la mancanza delle perizie grafologiche sulle firme di studenti, docenti e assistenti o l’assenza, sugli statini – usati come prova a carico degli imputati per il reato di falso in atto pubblico – delle firme sia dei docenti che degli studenti stessi. Inoltre, hanno argomentato gli avvocati, la documentazione prodotta dal pm Tridico contenente le richieste di rinvio a giudizio, non tiene conto delle dichiarazioni sottoscritte da diversi docenti con cui questi riconoscevano come proprie alcune firme apposte sui libretti universitari di alcuni indagati. In questo caso, infatti, secondo il pm, il libretto universitario non sarebbe un documento in grado di comprovare che uno specifico esame fosse stato realmente sostenuto da alcuni degli indagati. Infatti – aveva detto Tridico nel corso della sua requisitoria – il libretto è un documento da usare in famiglia. Ma per gli avvocati, invece, la firma su quel libretto prova che l’esame sia stato realmente sostenuto. Infine, sempre secondo le tesi difensive, sarebbe infondata la richiesta di rinvio a giudizio per il reato di accesso abusivo a sistema informatico: gli imputati a cui tale fattispecie sarebbe infatti contestata, sarebbero in possesso di regolari codici di accesso rilasciati dall’ateneo come per tutti gli studenti.

Il processo è stato aggiornato al prossimo 18 febbraio, quando potrebbe essere emessa la sentenza.

 

Alessandro Tarantino

redazione@corrierecal.it

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