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"Nepetia", assolto La Rupa

AMANTEA Assoluzioni importanti al processo d’appello sull’operazione Nepetia. L’ex sindaco di Amantea nonché assessore regionale, Franco La Rupa e l’ex assessore comunale Tommaso Signorelli sono stat…

Pubblicato il: 19/02/2015 – 12:13
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"Nepetia", assolto La Rupa

AMANTEA Assoluzioni importanti al processo d’appello sull’operazione Nepetia. L’ex sindaco di Amantea nonché assessore regionale, Franco La Rupa e l’ex assessore comunale Tommaso Signorelli sono stati assolti. Una decisione quella dei giudici di Catanzaro che ribalta decisamente la sentenza di primo grado che aveva comminato rispettivamente condanne per i due politici a 7 anni per La Rupa e a 6 anni per Signorelli. Assolti anche Venturino Sposaro, Antonio Sposaro, Franco Berardone. Mentre Concetta Schettini, all’epoca dell’operazione a capo dell’ufficio tecnico del Comune tirrenico, è stata condannata a 1 anno e 6 mesi per il reato di turbativa d’asta. La pena più pesante riguarda Giovanni Amoroso condannato a 13 anni e sei mesi (in primo grado doveva scontare una pena di 20 anni e 4 mesi) per aver ferito a colpi di pistola due carabinieri, che nel 2007 avevano interrotto la sua latitanza in un’abitazione di Amantea. Condanne severe anche per Natale Rizzo (8 anni e 10 mesi), Natale Rizzo (8 anni e 10 mesi) e Paolo Laoni (7 anni e 4 mesi). Condannati anche Giuliano Serpa (4 anni) e Ulisse Serpa (4 anni) nonché Gianluca Coscarella e Angelamaria Marano (1 e 3 mesi).
Ricordiamo che l’operazione “Nepetia” aveva portato all’arresto nel 2007 di 23 persone accusate a vario titolo di essere legate – direttamente o indirettamente – alla consorteria ‘ndranghetistica – il clan Gentile-Africano – dedito all’estorsione, all’usura e al traffico di droga. Un clan così potente, secondo l’accusa, da essere riuscito a entrare anche nel lucroso mondo degli appalti pubblici per la fornitura di beni e servizi, ma anche nel controllo delle attività economiche e nelle concessioni pubbliche tra cui anche il porto di Amantea. Quell’operazione aveva determinato anche, per la prima volta nella storia della cittadina, lo scioglimento del consiglio comunale per inquinamento mafioso. Una decisione poi ribaltata dalla decisione del Consiglio di Stato che aveva rimesso alla guida della città la precedente amministrativa comunale.
Con l’assoluzione dei due politici amanteani crolla, in definitiva, il castello accusatorio che legava il mondo della politica a quello della potente ‘ndrina amanteana.

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